Il problema del calcio italiano sarebbero gli allenatori, le migliori squadre di Premier, Liga e Bundesliga hanno allenatori stranieri e umiliano i nostri italiani nonostante i campioni
Su Il Fatto Quotidiano un’interessante analisi di Paolo Ziliani sugli allenatori della nostra Serie A e dei campionati stranieri. E’ una critica alla Scuola Allenatori di Coverciano, con una proposta provocatoria: rendere obbligatorio, per i nuovi allenatori, un anno di Erasmus in giro per l’Europa.
Il motivo è semplice, scrive Ziliani, e riguarda la nazionalità degli allenatori che riportano più successi.
Premier League
Ziliani parte dalla Premier e da una considerazione: nessun allenatore inglese siede sulle panchine dei club piazzatisi nei primi 5 posti del campionato inglese. Il Manchester City ha lo spagnolo Guardiola, il Liverpool ha il tedesco Klopp, il Chelsea ha l’italiano Sarri, il Tottenham ha Pochettino, che è argentino e l’Arsenal ha lo spagnolo Emery.
Liga e Bundesliga
Partendo da questo dato, il giornalista enumera gli allenatori spagnoli e tedeschi che sono sulle panchine dei club ai primi 5 posti della Liga di Spagna e della Bundesliga di Germania. Ce ne sono 3 in Spagna (Barcellona, Valencia e Getafe) e 2 in Germania (Lipsia e Moenchengladbach).
E comunque, sulle altre panchine dei due campionati, ci sono un francese, Zidane, al Real Madrid, l’argentino Simeone all’Atletico, il croato Kovac al Bayern, lo svizzero Favre al Dortmund e l’olandese Bosz al Leverkusen.
Serie A
E in Italia? Qui il calcio “sembra essere rimasto all’Età della Pietra”.
Sulla panchina delle prime cinque squadre in classifica della Serie A ci sono solo italiani: Allegri, Ancelotti, Gasperini, Spalletti e Simone Inzaghi.
Gli stranieri, in Serie A, sono solo due: Mihajlovic a Bologna e Tudor a Udine. E comunque, pur essendo stranieri, possono essere considerati a tutti gli effetti italiani poiché hanno trascorso gran parte della loro vita con squadre del nostro Paese.
“Insomma, non sarà che a furia di dirci che l’Italia è la terra della tattica e dei maestri del calcio e che la serie A è il campionato più difficile del mondo, ci ritroviamo oggi con una scuola di Coverciano che sforna asini e col campionato più brutto e sorpassato del mondo?”
Sembra che non dobbiamo imparare niente da nessuno, scrive Ziliani, eppure i nostri mister, pur guidando campioni strapagati, vengono umiliati dagli stranieri.
Basti pensare ad Allegri, abbattuto dal giovane olandese Ten Hag dell’Ajax, oppure Di Francesco, messo sotto dl portoghese Conceiçao del Porto. E poi c’è Spalletti, vinto dall’austriaco Hutter dell’Eintracht e Gattuso dal portoghese Martins dell’Olympiakos.
“Qui abbiamo appena assistito alla partita più oscena della storia del calcio, Fiorentina-Genoa 0-0, in cui le due squadre, dirette da un ex c.t. azzurro, Prandelli, e da un ex allenatore di club gloriosi come Roma e Milan, Montella, mica due pincopalla, si sono rifiutate di giocare preferendo ascoltare la radiocronaca di Inter-Empoli”.
Ecco perché non guasterebbe un po’ di Europa in più, scrive Ziliani.
“Con 18 allenatori italiani su 20 e i due stranieri più italiani di Toto Cutugno, il nostro calcio comincia a puzzare. E come il pesce, puzza dalla testa”