Ziliani: “Dopo Conte e Marotta, all’Inter manca solo Moggi”

Sul Fatto scrive che è l'estate del calcio che impazzisce. Ora la Juve cerca i profeti del bel gioco: ma che ci fa Guardiola nella Serie A di Fiorentina-Genoa 0-0?

Sul Fatto scrive che è l'estate del calcio che impazzisce. Ora la Juve cerca i profeti del bel gioco: ma che ci fa Guardiola nella Serie A di Fiorentina-Genoa 0-0?

Su Il Fatto Quotidiano Paolo Ziliani parla di fine di un’era nel calcio italiano. La Champions “delle imprese impossibili e dei miracoli diventati quotidianità” è finita con la vittoria del Liverpool e “anche da noi, nell’Italietta diventata teatrino di avanspettacolo dopo essere stata per decenni Scala, Opéra e Metropolitan allo stesso tempo, nulla potrà più essere come prima”.

Dopo aver avuto solo un credo, ovvero che vincere fosse la sola cosa che conta, la Juventus – che in Italia fa il bello e cattivo tempo – si ritrova a non aver vinto la Coppa dalle grandi orecchie, ovvero l’unica cosa che valeva la pena vincere, nonostante l’acquisto di Ronaldo dell’estate scorsa, che Ziliani definisce “la mossa della disperazione”.

“Se vincere è l’unica cosa che conta, ma se la Champions non la vinci nemmeno comprando a peso d’oro il Super Specialista CR7, 4 coppe conquistate nelle ultime 5 stagioni, perché una squadra di ragazzotti olandesi ti scherza col bel gioco, e con la sinfonia di schemi mandati a memoria ti manda a casa spernacchiato e umiliato, allora è chiaro: è il tuo Dna che va cambiato”.

E allora la Juve manda a casa Allegri e cerca disperatamente “i profeti del bel gioco”. Ovvero Guardiola, che, però, a Manchester, col City, ha appena conquistato, per primo nella storia, Campionato, Coppa di Lega e Fa Cup e ha ancora due anni di contratto

“e non si capisce perché dovrebbe morire dalla voglia di tuffarsi nella triste serie A di Fiorentina-Genoa 0-0

Se non potrà avere Guardiola, continua Ziliani, punterà Sarri,

“ex nemico odiatissimo (e sbeffeggiato da Allegri persino nel giorno della sua decapitazione), e sennò Ten Hag, oppure Pochettino: l’importante è che Allegri, quello che preferiva De Sciglio a Cancelo, resti solo un lontano, molesto ricordo”.

La Juve non è la sola a stupire, in Italia. È l’estate del calcio che impazzisce, scrive Ziliani, con l’Inter che accoglie Marotta, Conte e Stellini inserendo nel suo Dna elementi della Juventus (“manca Moggi e la trasfigurazione è completa” e a Roma la questione Totti-De Rossi “che da “Romolo & Remo” sta trasformandosi in “Caino & Abele”.

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