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Luigi De Laurentiis: «Siamo manager ma viviamo di passioni. E papà è più tifoso di tutti, ha i suoi rituali»

Alla Gazzetta: «Prima a casa guardavamo i film, ora le partite. Reja e Ancelotti gli allenatori cui è più legato. Il suo più grande insegnamento è mantenere alta la concentrazione in ogni cosa che fai»

Luigi De Laurentiis: «Siamo manager ma viviamo di passioni. E papà è più tifoso di tutti, ha i suoi rituali»

Luigi De Laurentiis racconta Aurelio sulle pagine della Gazzetta dello Sport in un’intervista a firma di Maurizio Nicita.

Spiega quando ha deciso di rilevare il Napoli e come è cambiata la vita della famiglia con l’arrivo del calcio.

«Mi colpì il fatto che per concludere quella operazione papà non volò a LosAngeles per la presentazione di un nostro importante film: “Sky Captain”. Capii che stava per cambiare anche la mia vita, se mio padre preferiva il Napoli a sfilare sul red carpet con Angelina Jolie e Gwyneth Paltrow»

Alcuni aneddoti simpatici come ad esempio la premiazione degli «United States- Italy Friendship Award» davanti al presidente Obama, quando l’attore Danny De Vito lo premia urlando «Forza Napoli!». Il calcio un mondo sconosciuto per una famiglia abituata ai riflettori del cinema. Prima si guardavano film in casa De Laurentiis, oggi partite per tenersi aggiornati.

Poi una rivelazione sul presidente che viene spesso accusato dai tifosi di non essere napoletano e tifoso del Napoli

«Siamo manager ma viviamo di passioni. E papà è più tifoso di tutti e con la scaramanzia ha tutti dei rituali suoi».

Sugli allenatori.

“Due sono gli uomini forse cui è più legato nel calcio. Edy Reja con cui ha lavorato tanti anni e Carlo Ancelotti con il quale condivide tante passioni anche fuori dal calcio. Il suo migliore acquisto? Koulibaly. Per me restano i suoi grandi insegnamenti. Su tutti quello di mantenere alta la concentrazione in ogni cosa che fai. Lui è eccezionale in questo. Instancabile».

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