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De Laurentiis: «Ho rifiutato 900 milioni per il Napoli. Quagliarella? Meriterebbe il ritorno»

Intervista al Corsport per i suoi 70 anni: «Non c’è nessun caso Insigne né Ancelotti. Restano entrambi. Il mercato? In attacco abbiamo l’ira di dio”

De Laurentiis: «Ho rifiutato 900 milioni per il Napoli. Quagliarella? Meriterebbe il ritorno»

Il Corriere dello Sport, a firma Antonio Giordano, intervista Aurelio De Laurentiis che oggi compie 70 anni. Il presidente del Napoli rivela di aver rifiutato un’offerta di 900 milioni per rilevare il Napoli.

“Giorni fa mi si è avvicinato un signore che mi ha detto: “Sai, Aurelio, ho la possibilità di presentarti un acquirente che avrebbe intenzione di offrire 900 milioni di euro. Ho sorriso e gli ho ribadito quello che ho detto ripetutamente: il Napoli non è in vendita. Non ho nessuna intenzione che si possa correre il rischio di ricreare quelle situazioni che hanno poi portato al declino. Qui c’è soltanto bisogno di un uomo con la capacità di tenere la rotta giusta”.

Ha aperto a Quagliarella

“Meriterebbe il ritorno a Napoli. Io penso che non sia una questione economica né per noi e neanche per lui, ma una soluzione romantica per chiudere la propria carriera in quella Napoli che lui, per quello che gli è successo, non ha potuto vivere come avrebbe voluto, e cioè gioiosamente”.

Il mercato

“Dobbiamo valutare i giovani che abbiamo, penso a Ounas, Verdi, Diawara, Inglese, Rog. Dobbiamo intervenire in difesa sulle fasce, a centrocampo non sarà semplice ma aspettiamo e in attacco, onestamente, abbiamo l’ira di Dio”.

Insigne

“Ha vissuto un periodo di appannamento che ha inciso sulla sua psicologia. Quando ritroverà la condizione, si sentirà più libero nelle sue giocate. Dopo quell’appuntamento a casa di Ancelotti, presente Raiola, il caso non è più esistito”.

Ancelotti

“Io sono contentissimo di lui e lui è felice di stare a Napoli. Ci vedremo il 31 a Capri per festeggiare il suo compleanno”.

Lo scudetto dello scorso anno

“Moralmente lo abbiamo vinto noi. So che quel titolo è nostro, ci eravamo arrivati con un gioco meraviglioso e unanimemente riconosciuto. Però so anche che nel calcio esistono gli agenti esterni – non i calciatori, non gli allenatori – che finiscono per essere condizionanti: e quando questi fattori verranno sconfitti e si potrà parlare di credibilità, allora certe cose non accadranno».

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