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Chissà se oggi Baroni negli occhi avrà il tremore di quel ventinove di Aprile 1990

Dopo quasi 20 anni il Napoli ritrova Baroni, il difensore con il vizio del goal che insaccò su punizione di Diego, il goal scudetto contro la Lazio.

Chissà se oggi Baroni negli occhi avrà il tremore di quel ventinove di Aprile 1990

Era il 29 Aprile 1990, quindi a quasi vent’anni da quel giorno il Napoli ritrova Baroni, il difensore con il vizio del goal che insaccò su punizione di Diego, il goal scudetto contro la Lazio.
Era il Napoli del secondo tricolore, detentore della Coppa Uefa che venne eliminato in semifinale dal Werder Brema. Era l’anno di Italia ’90, uno dei momenti più belli per il calcio italiano. Ed è stato uno degli ultimi campionati più spettacolari degli ultimi cinquant’anni.
Gli azzurri si portarono subito in testa, ad allenarli c’era un tale Albertino Bigon, una figura mite, seria ma dal curriculum modesto. Un eccellente gestore, un leader silenzioso che basava il suo gioco su una rocciosa difesa utile a proteggere la follia e la fantasia degli avanti partenopei.
Indietro incalzava il Milan fortissimo degli olandesi, l’Inter dei tedeschi e la Sampdoria che cominciava a mostrare quello che poi sarebbe stata in futuro. A dieci giornate dalla fine c’è lo scontro diretto a San Siro, ed il Milan umilia Maradona e compagni agganciandoli in vetta. La domenica successiva l’Inter batte il Napoli e la banda di Sacchi lo scavalca in classifica. Sembra finita. Ed invece quel Napoli aveva un’anima, aveva un’identità precisa ed era composta da uomini con attributi granitici. Grazie alla famosa monetina che colpì Alemao a Bergamo, riusci a riagganciare il Milan e lo superò quando il diavolo, in terra shakespeariana, si suicidò lasciando i due punti ad un sorprendente Verona, proprio nel momento in cui Careca e Maradona adagiavano lo scettro sul prato del Dall’Ara di Bologna.
“Questo Napoli è modesto, fatta eccezione per il reparto offensivo” Si narrava, si commentava nei salotti di allora, ma aveva acquistato un tale Marco Baroni, stopper essenziale, poco elegante, zero uscite palla a piede, ma dallo stacco aereo imperioso e preciso. Il ventinove aprile, al San Paolo è ospite la Lazio, nell’ultima giornata, e servono i due punti, che non sono una formalità. Infatti il Napoli, nel 1972, tolse alla meravigliosa Lazio di Maestrelli, neopromossa in A, la possibilità di vincere lo Scudetto, battendola per uno a zero. Fuorigrotta era gremita, il San Paolo dal look rifatto per i mondiali di Italia ’90 accolse i suoi idoli in una bolgia epica. Era il settimo minuto, si attaccava verso la Curva A, punizione dalla trequarti. Diego indica la vita, con il dito indice, il suo sinistro disegna morbida una traiettoria su cui in terzo tempo cestistico si avventa Baroni, ed insacca Fiori. Uno a zero ed il Milan resta dietro. Lo scudetto torna a Napoli, ed è l’ultima grande gioia del popolo azzurro. Chissà se oggi Baroni negli occhi avrà quel salto ed il tremore di quel ventinove di Aprile 1990.

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