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Giorgetti: «Serve un manager dello sport, no al modello Eurolega»

Oggi a Roma gli Stati generali dello sport. La Gazzetta intervista il sottosegretario che fa il punto sulla riforma contesta dal Coni e parla anche di altro

Oggi gli stati generali

Oggi a Roma si svolgono gli Stati generali dello sport. La Gazzetta ha intervistato il sottosegretario allo Sport Giancarlo Giorgetti. Al centro del dibattito, ovviamente, la riforma del Coni annunciata dal governo e osteggiata dal mondo dello sport. Il Coni sarà di fatto svuotato e nascerà Sport e Salute che ne prenderà il posto. Sport e Salute avrà quattro consiglieri d’amministrazione: tre di nomina governativa e uno del Coni.

«Il politico non è un lebbroso, ma qui serve un manager che sappia gestire personale e massimizzare le tante risorse che arrivano dal governo. Ma non è il presidente-amministratore delegato a decidere le politiche sportive del Paese. Serve un manager che sappia gestire nel miglior modo possibile risorse, personale e che abbia conoscenza dello sport».

«Anche la Gran Bre­tagna ha delle agenzie pubbli­che che si occupano di diffusio­ne dello sport. Per me Sport e Salute dovrà evitare gli abban­doni a 12 ­13 ­14 anni e far cre­scere la percentuale di pratica sportiva del Paese».

«Si sta mettendo da parte il risultato sportivo»

«Il Coni dovrà fare in modo che la base di praticanti possa produrre delle eccellenze. Ma io non vivo in un Paese dell’ex blocco sovietico, non faccio politica di Stato in base ai successi sportivi o alle medaglie olimpiche, non mi in­teressa. Il nostro obiettivo è la crescita di una cultura sportiva. Poi al Coni spetta il resto, c’è una proiezione su Tokyo che per scaramanzia non richiamo, pe­rò i risultati sportivi fanno pia­cere e questa è una cosa che non deve dipendere dal gover­no ma dal Coni»

«Vorrei parlare di sport, della burocrazia che incalza le società, dell’inclusione delle federazioni nell’elenco Istat che dobbiamo sgravare… E poi mi piacerebbe discutere di tante questioni di cui si parla pochissimo, come le organizzazioni private che mettono da parte il risultato sportivo, modello Eurolega di basket. Se si fa in tutte le discipline diventa un caos. Se accettiamo questo principio viene giù tutto». Tema molto interessante, visto quello che si sta prefigurando nel mondo del calcio e abbiamo riportato e scritto proprio ieri.

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