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Così Fabian Ruiz si sta prendendo il Napoli

Contro il Sassuolo ha giocato davanti alla difesa. Ha preso per mano la squadra e ha segnato. Non è un regista classico, a questo Napoli non servono. È “solo” un gran giocatore

Così Fabian Ruiz si sta prendendo il Napoli

Nel cuore della manovra

Prima doveva succedere, è successo ieri. In Coppa Italia, contro il Sassuolo. Il lento ma inesorabile avvicinamento di Fabian Ruiz al cuore della manovra del Napoli ha vissuto una tappa importante. Qualcuno dirà che ha giocato lì, al centro del campo, davanti alla difesa, per le contemporanee assenze di Allan e Hamsik. Ma anche costoro sanno, nel profondo dei loro cuori, che non è così. Magari Fabian tornerà altre volte a occupare diverse zone del campo, soprattutto la dimensione di sinistra come fatto in tutte le partite di Champions. Ma il destino è quel che abbiamo  visto ieri sera. E domenica sera, contro la Lazio, molto probabilmente lo rivedremo lì e ancora al fianco di Diawara.

Di Fabian Ruiz abbiamo scritto tanto. Ne abbiamo scritto in tempi non sospetti («Il Napoli non ha mai avuto una mezz’ala come Fabian Ruiz»), quando il suo acquisto fu salutato con l’ormai consueto scetticismo di chi ha il solo torto di non avere tempo e forze nemmeno voglia di guardare anche tanto calcio degli altri Paesi. È stato un acquisto intelligente. L’acquisto intelligente. E di Fabian Ruiz il Napoli ha acquistato la sapienza tattica, la duttilità ma soprattutto la sua intelligenza. Come ci confessò Davide Ancelotti in un’intervista quest’estate, lo spagnolo fu uno dei primi motivi d’intesa tra lo staff tecnico degli azzurri e Cristiano Giuntoli. Ecco cosa ci disse.

Nell’ultimo anno sono stato in Spagna con la mia ragazza, lei è di Siviglia e mi sono trasferito lì. Ho visto molte volte il Betis e il Siviglia, e mi sono innamorato di Fabian Ruiz. Quando abbiamo incontrato Giuntoli, ci siamo subito ritrovati su Fabian Ruiz, sulle sue qualità. Io lo conoscevo da tempo e quindi è stato semplice concludere l’operazione.

«Noi di certo non lo abbiamo sottovalutato» aggiunse Ancelotti non senza malizia dopo Napoli-Roma.

Un inizio col dosatore

Ancelotti ne ha dosato l’introduzione al calcio italiano. La prima partita – non può essere un caso – l’ha giocata in Champions: a Belgrado. Soltanto la settimana successiva esordì a Torino contro la squadra di Mazzarri. In Champions ha giocato sempre, sempre titolare, in quella che è diventata la formazione tipo europea, con lo spagnolo preferito a Zielinski e Maksimovic a Hysaj.

Ha gamba, ha piede, ha testa Fabian Ruiz. Ieri sera era lui che si abbassava per cominciare l’azione. Era lui a proporre le ripartenze. È stato lui a chiudere Napoli.Sassuolo con un sinistro in diagonale su assist di Hamsik. Lui che ha chiuso una ripartenza da Settimana Enigmistica (“unisci i puntini”) lungo la direttrice Allan-Insigne-Milik. Ha segnato il suo primo gol al San Paolo. Ma mai come in questo caso non è dai gol che si giudica un calciatore. E se davvero volessimo giudicarlo dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia, allora corrisponderebbe perfettamente all’identikit di Francesco De Gregori.

Con Giuntoli c’è stata subito intesa su di lui

Ancelotti sa che cosa può chiedergli e fin dove può spingersi. Il figlio Davide lo seguiva con interesse e ammirazione al Betis Siviglia. Fabian Ruiz non è un regista classico, questo Napoli non ha un regista classico, non lo prevede. Sa giocare col pallone e ha visione. Tanto basta, e avanza pure. Ha cominciato mezz’ala sinistra, l’unica porzione di campo dove Ancelotti poteva sistemarlo senza provocare sconquassi anche nello spogliatoio. Fabian ha capito e si è fatto trovare pronto. A Genova, su quel pantano, ha dimostrato che non è un calciatore solo tecnico. È un calciatore di sostanza. L’ha vinta quasi da solo quella partita, per quanto le partite si possano vincere da soli. Ha timbrato anche a Bergamo. E poi ieri sera la prima al San Paolo.

Un match che potrebbe segnare un’altra svolta nella carriera napoletana di Fabian Ruiz. Consapevoli che ce ne saranno tante. Fin qui ha saltato un solo big match, quello contro la Juventus a Torino. Non era ancora integrato, stava prendendo le misure al Napoli e al calcio italiano. In realtà non ha giocato nemmeno le prime due contro Lazio e Milan. Si rifarà nel girone di ritorno. Non sappiamo se diventerà subito il titolarissimo che non esce mai, di certo in questa seconda fase di stagione lo vedremo spesso in campo. «La stagione comincia ora», ha lasciato intendere Ancelotti. Che ha anche strigliato i suoi: «Son pochi quelli che fin qui hanno dato il 100%». Non crediamo che si riferisse a Fabian Ruiz. Certamente si affiderà spesso a lui.

Il Napoli del futuro, il Napoli che ha in mente Ancelotti, è basato su più calciatori come lo spagnolo. Veloci di pensiero, duttili e con personalità. Quelli che per strada vengono definiti “giocatori di pallone”. Fabian non ha ancora compiuto 23 anni. A 22 il Napoli ha deciso che era il caso di spendere trenta milioni di euro per lui. E c’è ancora chi a Napoli blatera di una presunta mancanza programmazione o mancata visione del club.

Per gli amanti dei vini, “Fabian Ruiz, un sorso di Jungano 2014 di San Salvatore”.

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