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Fassone fa causa al Milan: «Licenziato per motivi inesistenti»

Secondo l’ex dirigente rossonero, il Milan avrebbe utilizzato la Legge Fornero per metterlo alla porta dopo il suo rifiuto alla buonuscita.

Fassone fa causa al Milan: «Licenziato per motivi inesistenti»

L’articolo di Libero

Marco Fassone contro il Milan, in Tribunale. Il quotidiano Libero racconta la vertenza tra l’ex amministratore delegato e il club rossonero, citato in giudizio dopo il licenziamento del dirigente. Intanto, la notizia che apre l’articolo: «Il giudice del Lavoro del tribunale di Milano, Luigi Pazienza, ha rinviato al 29 gennaio la prossima udienza, data entro cui le parti potranno trovare un accordo. Le parti in questione si chiamano Milan e Marco Fassone, in ballo i 2,5 milioni con cui il club aveva deciso di chiudere il rapporto con il suo ex amministratore delegato, allontanato con l’avvento di Elliott anche alla luce della sua gestione».

Una versione che non è stata accettata da Fassone, come spiegato dal suo legale Francesco Rotondi: «È stato licenziato per motivi inesistenti e diffamato a mezzo stampa in modo incredibile dai suoi stessi compagni di percorso. Licenziamento ingiusto? Ovviamente quando assumo un incarico credo nella tesi che sostengo. In questo caso, inoltre, vi sono evidenze incontrovertibili e atteggiamenti inaccettabili anche dal punto di vista etico». Il riferimento è alla data del licenziamento (21 luglio), subito dopo il rifiuto della buonuscita da parte dello stesso Fassone. Subito dopo il no, l’ex AD sarebbe stato messo alla porta grazie alla legge Fornero.

Il Milan

Dal canto suo, il Milan nega ogni addebito. Leggiamo: «Al momento del licenziamento aveva annunciato eventuali azioni di tutela e aveva spiegato la chiusura con “violazioni dei doveri” in relazione al “rapporto di lavoro intrattenuto con la nostra Società, talmente gravi da non rendere possibile la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto medesimo, avendo determinato in maniera inemendabile e radicale, il venire meno dell’elemento fiduciario».

Fassone ha chiesto al giudice da annullare il licenziamento. Un’istanza, conclude Libero, «che riporterebbe il dirigente in società qualora fosse accolta». Sarebbe una conclusione incredibile per una vicenda già surreale di suo.

 

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