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Come gioca il Cagliari: una squadra per Pavoletti

Possesso, ricerca della verticalità sugli esterni e cross per il suo centravanti. Il Cagliari pratica un calcio semplice, ma affronta il Napoli senza tanti elementi chiave.

Come gioca il Cagliari: una squadra per Pavoletti

I gol di testa

Prima contro ultima per i gol di testa. Cagliari-Napoli sarà una sfida di stili e per stili, una squadra che gioca per rifornire di cross il suo centravanti contro un collettivo che lavora soprattutto palla a terra, cerca le combinazioni rapide, le azioni avvolgenti e sofisticate. La cifra è eloquente: per i rossoblu, 7 reti realizzate di testa. Di questi, 5 sono stati realizzati da Pavoletti. Per il Napoli solo una marcatura di testa, con Milik contro il Frosinone.

Ancelotti, in conferenza stampa, ha presentato poi tutti gli altri aspetti della squadra di Maran: «Cerca la verticalità, ma anche di giocare a calcio. Non sarà una partita sporca». È una lettura completa, realistica. Il Cagliari non ha un sistema sofisticato, ma è al 13esimo posto per possesso di palla medio. In questa particolare classifica, supera la Fiorentina ed è vicinissima alla Lazio 11esima. Solo la Spal, tra le squadre della parte destra della classifica, tiene di più il pallone tra i piedi.

Maran ha assecondato le caratteristiche dei suoi calciatori: se Srna e Barella hanno una buona qualità nel possesso e sono i due migliori elementi della squadra, allora il Cagliari gioca a tenere il pallone, non lo butta via, poi cerca di creare connessioni interno-esterno e infine crossa per Pavoletti al centro. Una strategia semplice ma coraggiosa. Non a caso, prima del grave infortunio, Maran inseriva anche Lucas Castro nella formazione titolare. L’argentino, tra l’altro, giocava dietro due punte di ruolo. Il Cagliari è una squadra che partiva per salvarsi e non ha ancora una distanza di sicurezza dalla zona retrocessione, eppure a inizio stagione metteva insieme in campo Srna, Barella, Castro, Pavoletti e un altro attaccante.

Senza Pavoletti

Domani, secondo quanto scrivono dalla Sardegna, il centravanti ex Napoli e Genoa non ci sarà. E allora, forse anche per questo, Maran ha già pensato a rendere più speculativo il gioco della sua squadra: Barella trequartista nel ruolo che fu di Castro e maggior propensione alla ripartenza veloce. Un’esaltazione di quella verticalità che i rossoblu erano abituati a cercare sull’esterno (22 cross a partita, sesta quota in Serie A), e che ora si sposterà inevitabilmente verso il centro del campo. Perché oltre a Pavoletti mancherà anche lo stesso Srna, squalificato dopo il rosso rimediato contro la Roma. Fermato dal giudice sportivo anche Luca Ceppitelli, terzo calciatore di Maran per numero di palloni giocati.

Insomma, il Napoli affronterà una squadra priva della sua spina dorsale. Ovviamente è un colpo di fortuna, ma rappresenterà anche una totale riscrittura del codice tattico di Maran. Per dirla semplice: senza i suoi migliori uomini, come giocherà il Cagliari? Anzi, per dirla meglio: come cambieràsarà cambiato il Cagliari? Probabile che, al netto di Barella trequartista, Maran non cambi sistema di gioco: Sau con Cerri in avanti, il centrocampista sardo alle loro spalle e una cerniera a tre composta da Brdaric, Faragò e Ionita – anche se pure il moldavo non è al meglio. In difesa, davanti a Cragno (uno dei migliori portieri del campionato per rendimento e qualità), dovrebbero trovare posto Pisacane, Romagna, Klavan e l’eterno Padoin, riconvertito in esterno difensivo.

Il Napoli

La squadra di Ancelotti giocherà nel solito ambiente ostile, a pochi giorni da una sconfitta che potrebbe aver lasciato il segno. Come detto, la mancanza di buona parte dei riferimenti di Maran ha una doppia chiave di lettura: agevola il compito degli azzurri, ma rende meno intellegibile il piano partita dei padroni di casa. La risposta emotiva alla caduta di Liverpool passerà proprio dall’assorbimento del contesto tattico della partita, un’operazione non semplice se non si hanno indicazioni reali sugli avversari. Per questo motivo, una partenza a marce alte – come a Bergamo o contro il Frosinone, per dire – potrebbe rappresentare un vantaggio strategico importante. Studiare il Cagliari, comprendere come attaccare e come difendere, con l’inerzia del risultato già cambiata in positivo potrebbe essere il viatico per rispondere al meglio all’eliminazione dalla Champions.

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