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Ancelotti può garantire per il Napoli competitivo, altro è roba da chiromanti

Il Napoli ha dimostrato di poter affrontare chiunque, ora si giocherà l’Europa League da protagonista. Parlare di una squadra “vincente” è una cosa diversa.

Ancelotti può garantire per il Napoli competitivo, altro è roba da chiromanti

La differenza

Carlo Ancelotti ha sempre parlato di competitività. O meglio: di un Napoli competitivo su tutti i fronti, contro qualunque avversario. È stata una promessa mantenuta, finora: il campionato vede gli azzurri al primo posto tra gli umani, in Champions l’eliminazione contro Liverpool e Psg (!) è arrivata all’ultima partita, dopo cinque gare ad altissimo livello. Oggi Ancelotti ha ribadito questo concetto, parlando di Europa League ma anche di Serie A. Secondo il tecnico emiliano, il Napoli sarà competitivo. Che è una cosa diversa da favorito e/o vincente, almeno nella definizione binaria della stampa. Anzi, Ancelotti sta lavorando proprio per colmare questa distanza, questa differenza. Il Napoli era già competitivo, ora deve diventare vincente.

Solo che bisogna partire da un concetto fondamentale: le squadre vincenti si vedono alla lunga. Anzi, alla fine. L’obiettivo in progressione deve essere, per l’appunto, la ricerca della migliore competitività. Del vantaggio in classifica, se possibile. Nel caso del Napoli, corrisponde al tentativo di vincere tutte le partite. In tutte le competizioni. Gli azzurri devono provare ad accorciare la distanza dalla Juventus, a superare i turni eliminatori in Coppa Italia e in Europa League, senza paura degli avversari. È una squadra che ha dimostrato di poter affrontare chiunque. Appunto, una squadra competitiva.

Ancelotti non lo sa

La vittoria passa da altre variabili, purtroppo o per fortuna. Per quanto riguarda il campionato, quest’anno più che mai dipende dall’andamento della squadra dominante e dominatrice. Battendo domani il Cagliari, il Napoli si porterebbe a un solo punto di distacco dal Napoli 2017/2018. E toccherebbe una proiezione di 90 punti a fine campionato. Se poi la Juventus dovesse tenere questo ritmo fino a maggio, non sarà tutta colpa del Napoli.

In Europa League, la situazione è e sarà più autodeterminata. Il Napoli ha le carte in regola per arrivare fino in fondo, ma il novero delle sue avversarie è decisamente agguerrito. Parlare di Napoli “favorito” quando nel suo stesso tabellone ci sono solo Chelsea ed Arsenal è quantomeno irriverente. Ancelotti lo sa, quindi non sa se questo Napoli potrà essere vincente. Nessuno può saperlo, è materia per chiromanti, non per allenatori.

Di certo, la sua squadra dimostrerà di volersi giocare tutte le partite con attenzione e serietà massimali. Non lascerà niente al caso, si impegnerà in una crescita continua su una base eccellente. La vittoria dipende da questo, da altri fattori imponderabili. Se Milik avesse segnato a Liverpool, il giudizio sulla partita dei Reds e degli azzurri sarebbe stato diametralmente opposto: fallimento per Klopp, impresa per Ancelotti. È l’oscuro e crudele mestiere degli allenatori, camminano in costante saliscendi tra abisso e paradiso. Il loro compito è cercare la competitività. Carlo ce l’ha spiegato di nuovo oggi, mostrando di creder nel futuro di questa squadra, di questi giocatori. Di questo progetto. È la miglior garanzia possibile.

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