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La lezione del Chievo servirà al Napoli di Champions

Lo 0-0 al San Paolo contro i veronesi potrebbe essere rivalutato, il Napoli si gioca il passaggio agli ottavi in Champions e una grossa fetta di futuro.

La lezione del Chievo servirà al Napoli di Champions

La percezione di Napoli-Chievo

Archiviata Napoli-Chievo, è giunta l’ora di pensare alla Stella Rossa. Alla luce della sua importanza, la partita contro i serbi cambia anche parte della percezione rispetto alla sfida pareggiata contro i gialloblù. Le parole di Ancelotti sulla lezione in vista della Champions chiariscono quale sia la priorità del Napoli in questo momento, anche se la vittoria domani sera al San Paolo potrebbe non bastare. Allo stesso tempo, però, lo 0-0 maturato contro la squadra di Di Carlo ha anticipato le stesse difficoltà che gli azzurri affronteranno domani sera, in un San Paolo pieno ma non gremito.

Napoli-Chievo come lezione e come esempio (negativo, da non ripetere); ma anche come passo falso che, analizzato a freddo, rientra all’interno di un campionato con una proiezione finale di 85 punti che non sono 91 ma entrano nella cornice di una stagione giocata su due fronti, con un’alternanza di peso tra Serie A e Champions invece che uno switch assoluto tra le due competizioni, con l’Europa diventata più importante del campionato. Ci aspettiamo dal Napoli – lo abbiamo scritto ieri – che giochi al massimo tutte le competizioni, ma la realtà dice che il Napoli è secondo in classifica in campionato; ha sbagliato una partita, questo sì, non ha mollato.

La crescita

Ha soprattutto sbagliato il primo tempo. Ha affrontato il Chievo senza l’aggressività necessaria. È una condizione che appartiene al processo di crescita di questo gruppo, era ed è plausibile che una trasformazione mentale così accentuata possa avere qualche bug di sistema. Dopotutto, ripetiamo, il campionato del Napoli è in linea con i valori della squadra di Ancelotti, la distanza ampia dalla Juventus è da attribuire all’avvio sensazionale dei bianconeri (dodici vittorie e un pareggio) più che alle mancanze di chi insegue.

Ci sarebbe da approfondire il discorso sulla qualità media del campionato, sulla forza della media borghesia della Serie A rispetto alla Juve, un argomento toccato recentemente da Sconcerti, tema che però appartiene a tutti i campionati europei e da anni. Altrimenti non parleremmo di Superlega europea da circa un decennio. Quest’anno la Liga e la Bundes fanno eccezione, ma anche questo sembra solo un bug transitorio. I valori sono ormai cristallizzati, con squadre dominanti e uno stuolo di inseguitrici. Tra cui il Napoli che, al primo anno del nuovo progetto, si gioca il passaggio del turno in un girone contro PSG e Liverpool (!); e viaggia ad una media in linea con la seconda stagione di Sarri (al momento, con 5 punti in più) e superiore all’annata con i 36 gol di Higuain (ovviamente inferiore a quella dello scorso anno: 6 punti in meno).

La Stella Rossa come il Chievo

Torniamo al punto di partenza, a Napoli-Stella Rossa. Una partita che si gioca sulla distanza fisica ed emotiva tra il San Paolo e il Parco dei Principi. Un po’ come avvenne cinque anni fa, quando il Napoli sconfisse l’Arsenal ma il Borussia Dortmund nei minuti finali passò a Marsiglia e ci estromise dagli ottavi di Champions. Come allora, la qualificazione non dipende solo dal Napoli. Diversamente da allora, però, c’è ancora un’altra giornata da disputare. Il Napoli non deve fare calcoli: ha l’obbligo di vincere per non alimentare i rimpianti, anche solo eventuali, che potrebbero arrivare dalla Francia. Il Napoli domani sera si qualifica se batte la Stella Rossa e il Liverpool fa almeno un punto a Parigi.

La locuzione abusata della prova di maturità descrive un’immagine calzante per la gara di domani sera. La nuova mentalità in costruzione non può prevedere due partite consecutive con la tensione al minimo. E il fatto che il Napoli abbia preso una scoppola (perché il pareggio interno con il Chievo è effettivamente una scoppola) può essere salutare, in senso tattico e psicologico. Per due motivi fondamentali, espressi proprio da Ancelotti nel postpartita di domenica: la Stella Rossa non avrà un atteggiamento molto lontano da quello del Chievo, anzi immaginare una partita ultra-difensiva dei serbi è realistico; la reazione rispetto al secondo risultato davvero negativo e inatteso della stagione dopo quello contro la Sampdoria (alla luce di com’è andata al Liverpool, lo 0-0 di Belgrado va rivalutato) dirà tanto sulla consistenza di questa squadra.

Un bivio

Insomma, domani sera il Napoli si gioca gran parte del suo futuro. Non tanto e non solo per il risultato (dipende anche da come va a Parigi), ma soprattutto rispetto all’indirizzo emotivo di questa stagione. Che comunque resta di transizione, avvia un nuovo progetto. E allora va giudicata in un certo modo, in senso prospettico e non solo sul momento. Che poi basta andare indietro di un anno per accorgersi che la Juventus 2017/2018 aveva un solo punto in più rispetto al Napoli di oggi. Alla fine ha vinto lo scudetto.

Non presumiamo che Ancelotti e i suoi ragazzi possano ripetere lo stesso exploit, come potremmo. Ma c’è tutto il tempo per recuperare rispetto a sé stessi. E c’è una qualificazione Champions da conquistare, incredibilmente alla portata dopo i de profundis estivi. Non è poco.

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