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La Champions vale mille pareggi col Chievo

È l’unica strada per uscire dal vecchiume e l’anonimato dei vent’anni fa che ci portiamo sul groppone. Come JFK che spiegò perché l’America andò sulla luna

La Champions vale mille pareggi col Chievo

Tra Kolarov e Jfk

È bastato attendere il mercoledì notte. Attendere non è una delle attività che vanno per la maggiore tra i tifosi e, ora che Kolarov ci ha indicato la luna e abbiamo guardato finalmente il satellite piuttosto che il dito, ci sembra chiaro anche il perché: noi tifosi non ne capiamo nulla di calcio. A volte, usando ed estendendo il corollario di Mourinho (“Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio”), scarseggiamo anche in altro. Rassegniamoci alla nostra ignoranza, diffidiamo di chi ci racconta di capire il gioco e lasciamoci a godere, ignoranti, questi eventi capitali.

A proposito di satelliti e luna, in questi giorni in cui una capsula ha raggiunto la superficie di Marte, ci fa bene ascoltare il discorso che JFK fece cinquantasei anni fa, anche lui a corollario del leggendario successo dell’allunaggio dell’Apollo 11. Parole che valgono bene Demostene, che definiscono l’essere umano nei tratti caratteristici che lo distinguono dagli animali, gli stessi tratti che hanno generato la civiltà:

Abbiamo scelto di andare sulla Luna in questo decennio e di fare altre cose, non perché siano facili, ma perché sono difficili, perché quell’obiettivo servirà ad organizzare e misurare il meglio delle nostre energie e abilità, perché è una sfida che siamo disposti ad accettare, una sfida che non siamo disposti a rimandare e che abbiamo intenzione di vincere.

Indietro non si torna

Vengono i brividi a rileggerlo, o riascoltarlo dal vivo e forse sorridere pensando a quanto poco i nostri politici sappiano ispirare, mentre discutono il sapere dei professori e degli allenatori dal basso dei loro diplomi stentati. Sulla falsariga kennediana, ha fatto bene Ancelotti a concentrare quanto possibile sulla Champions. Bastava attendere gli eventi. Perché il turno ha sei partite secche e non si torna indietro, proprio come non c’è inversione possibile per InSight, il cui unico destino è il pianeta rosso o la distruzione e l’oblio. La corsa allo spazio, proprio come il calcio continentale, prosegue e proseguirà con o senza di noi e abbiamo l’unica opzione possibile di salire su quel treno e provarci. Provare a vivere con tutta l’intensità possibile queste notti indimenticabili.

La Champions vale mille pareggi col Chievo. Bisogna lavorare, attendere e viverle, queste serate. Concentrarsi su quanto è difficile e apparentemente insuperabile. Questa è l’unica strada per uscire dal vecchiume e l’anonimato dei vent’anni fa che ci portiamo sul groppone, quelli che Sconcerti ha annientato in tre minuti netti di diretta televisiva. Questa è una maglia che brilla in queste notti, per chi ci sta, o scompare nell’oblio dell’irrilevante. Lo sapeva il fascinoso JFK, che ricevette una torta nientemeno che da Marilyn Monroe. Lo sa bene anche Mr Ancelotti, che – a quanto dicono le voci di corridoio – su fascino e prestanza fisica si difende bene.

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