Sul Corriere della Sera scrive del rapporto col Var: “Gli arbitri lo usano il meno possibile, serve una nuova mentalità”
Serve una nuova mentalità arbitrale
Nella consueta rubrica del lunedì sul Corriere della Sera, Paolo Casarin torna sul rigore concesso da Calvarese alla Juventus a Empoli sull’1-0 per i toscani.
L’ex arbitro scrive: “In Empoli-Juventus discutibile il comportamento di Calvarese che, dopo un braccio involontario di Bonucci, ne verifica con la Var la punibilità che giustamente non appare. Sorprende, invece, la decisione di concedere il rigore alla Juve, senza Var, dopo un contatto tra Bennacer e Dybala dalla incerta lettura”.
Casarin si sofferma poi sull’uso della Var. E scrive: “per gli arbitri sembra confermarsi la tendenza di ridurre al minimo la verifica tecnologica. Del resto la massima lanciata anche in campo internazionale «la preparazione metterà gli arbitri nella condizione di utilizzare il meno possibile la tecnologia» sembra un augurio presuntuoso più che un traguardo scontato”.
E prosegue:
La Var è un mezzo per permettere di finire una partita non con un risultato ma con «il risultato vero» ripulito dagli errori umani; per ottenerlo serve una nuova mentalità arbitrale e protocolli cauti ma aderenti allo sviluppo convinto della Var.