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La buona condizione fisica del Napoli (con qualche eccezione), tra dati e gol nel finale

Oltre l’entusiasmo per la rimonta sulla Juventus, c’è una squadra che da tempo offre segnali chiari su una buona tenuta atletica e nervosa. Anche se Mertens, Allan e Hamsik sembrano lontani dal top.

La buona condizione fisica del Napoli (con qualche eccezione), tra dati e gol nel finale
Photo Matteo Ciambelli

I dati

Spulciando il report postpartita di Juventus-Napoli, si trovano i dati sui chilometri percorsi da parte delle due squadre. Sì, il dato non basta a definire la buona condizione fisica, né esprime un totale rapporto di forza e di forze tra i calciatori di Allegri e quelli di Sarri. In ogni caso, però, i differenziali sono tutti a favore degli azzurri. Parliamo di distanza percorsa, velocità media, quantità di corsa in sprint. Insomma, al di là delle implicazioni dovute al modello tattico, il Napoli corre. Corre tanto, a Torino ha corso anche bene.

Ecco, i dati potranno sembrare anche insignificanti ma sono una parte del tutto. Nel senso: si accompagnano alle percezioni in merito a una squadra che sta bene, per dirla con parole semplici. Sta bene fisicamente, sta bene anche mentalmente – ma è facile dirlo quando recuperi cinque punti in quattro giorni alla Juventus. Ci sono state anche altre indicazioni, prima tra tutte le reti segnate (o sfiorate) nel finale, le partite che potevano finire con un risultato e invece sono andate in una direzione completamente diversa.

Un veloce rewind: da Cagliari-Napoli in poi, ovvero dall’inizio della “crisi”, il Napoli ha pareggiato contro il Sassuolo al minuto numero 80′, con Callejon; sempre nel match di Reggio Emilia, Milik ha colpito una traversa al 90esimo minuto; contro il Chievo, due gol al minuto numero 89′ e 93′; a casa del Milan, sempre Milik ha costretto Donnarumma alla parata dell’anno oltre il 92esimo minuto; contro l’Udinese, la partita era sul risultato di 0-1 al 63esimo, ed è finita 4-2; a Torino, Koulibaly ha segnato all’esatto scoccare dell’ultimo minuto di gioco.

Sensazioni

Non è un caso, non può esserlo. È forza mentale, certo, e ne abbiamo già parlato. Ma è anche e soprattutto forza fisica, perché nessuno è mai riuscito a segnare solo con la spinta del pensiero. Nel senso: le due componenti si influenzano vicendevolmente, il Napoli ha vinto contro la Juventus grazie a un salto prodigioso di Koulibaly (doti fisiche) ma ha anche schiacciato la Juventus nell’ultima azione prima del recupero, prendendosi di forza il corner da cui è nata la rete. Ci vuole mentalità, siamo d’accordo, ma servono anche gambe funzionali allo scopo, e pure funzionanti.

Eccezioni

Certo, la brillantezza di altri segmenti della stagione è decisamente lontana. Soprattutto per quanto riguarda alcuni uomini, anzi probabilmente sono gli ex “migliori” ad accusare di più la fatica in questo rush finale. Parliamo, ovviamente, di Mertens e Allan. Due protagonisti assoluti del campionato ridotti ai minimi termini (Dries) o quasi (Allan) nelle ultime partite. Niente da rimproverare ai due signori, ci mancherebbe, ma le difficoltà sono palesi. Perché il Napoli ha giocato benissimo a Torino, ma Mertens è rimasto lontano dal vivo della manovra offensiva. Il suo contributo è stato quasi impalpabile. Il discorso di Allan è diverso, il brasiliano è un paradosso perché ora paga una stagione giocata a livelli mostruosi. È tornato nei ranghi di prestazioni sufficienti, equilibrate ed equilibranti dal punto di vista tattico, ma sappiamo – abbiamo visto – che può fare di più.

Anche Hamsik fa parte di questo gruppetto, solo che la sua stagione è stata tutta contraddittoria. O quantomeno condizionata da una forma fisica quasi sempre lontana dal top. In ogni caso, per Marek, un primo tempo positivo a Torino prima della classica sostituzione con Zielinski: buoni inserimenti dettati alla catena di sinistra, si tratta di intuizioni tattiche e situazionali importanti in una partita bloccata. Non a caso, le due migliori occasioni prima del gol sono arrivate con due sue conclusioni.

Anche questo è un segnale: se un calciatore in difficoltà per tutto l’anno riesce a offrire una buona prestazione in una partita così sentita e così importante, vuol dire che l’impostazione del lavoro fisico (quello di ieri, quello di oggi) è stata efficace. Ora c’è l’ultima verifica, un rush finale ad alto dispendio fisico ed emotivo. Con vista scudetto. Difficile pensare a un esame conclusivo più giusto, più suggestivo.

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