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Dal più sette possibile al meno due reale, viva San Patrizio

Un clamoroso week-end che ha riaperto la lotta scudetto con il Napoli che sta andando oltre i propri limiti

Dal più sette possibile al meno due reale, viva San Patrizio

Da Gasperini a Semplici è un attimo

Dal più sette possibile al meno due reale. Dall’aplomb allegriano dei no-comment alle partite del Napoli, alle gufate esplicite in tv. Da Gasperini a Semplici è un attimo, cosi come da Rizzo a Schiattarella dissimili tanto quanto simili sono i tuffi di Dybala a quelli di Cuadrado. Un week-end tremendo, dove la follia padroneggia le masse, le zeppole le tavole e alcuni giornali rispolverano il romantico ciclismo. Un week-end clamoroso quello di San Patrizio, il patrono dell’Irlanda vestita di verde, come la speranza che mai ha davvero abbandonato la truppa Sarri, che oramai rivede all’orizzonte “palazzo” che sembrava consegnare le chiavi ai soliti proprietari ed invece deve disdire, almeno per ora, l’appuntamento per il contratto di fitto.

A mettere le cose in discussione ci ha pensato il “guardaporte” di mestiere, tale Raul Albiol che avremmo voluto abbracciare tutti, una volta a terra travolto dai compagni, cosi come il San Paolo ha abbracciato il suo comandante, all’ingresso in campo, torturato per una battuta fuori luogo e poco galante, ma pur sempre una battuta.

Il Napoli come un mostro mitologico

Dal più sette possibile al meno due concreto in un week-end in cui è riapparsa la Var lasciata in letargo a riposare in attesa di partite consone al ripristino. Questo campionato è meravigliosamente vivo ed il merito è solamente degli azzurri che si sono messi in testa di ribaltare gli esiti noiosi e scontati, di tirare dal cilindro un ciuccio che vuole diventare cavallo e correre con la criniera al vento fino al potere, quello romantico di una vittoria, quello gioioso di una festa dell’anima profonda che può essere solo popolare.

Il Napoli c’è e San Patrizio ce l’ha confermato. Il Napoli sta andando oltre i propri limiti, mi piace immaginarlo come un mostro mitologico, enorme con due braccia lunghe: Uno che aggrappa in avanti la forza e l’altro che è trattenuto dalla paura, e sotto ai piedi una città intera a sorreggerlo. Un Napoli mezzo Atlante mezzo Icaro, ma le ali di cera questa volta sembrano tenere, in fondo a noi non serve arrivare fino al sole, ci basta arrivare, come dice anche Sarri alle tv, fino al palazzo.

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