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Albiol leader silenzioso

Tre gol in cinque stagioni, ma soprattutto un ruolo fondamentale nella crescita del Napoli: passato, presente e futuro di Raul Albiol.

Albiol leader silenzioso

Il peso di un’assenza

In redazione, parlando di Raul Albiol, qualcuno ha detto: «Ti accorgi di lui quando non c’è». È un po’ la storia perpetua di questo difensore centrale di 32 anni, a settembre 33, nato a Vilamarxant, comunità autonoma valenciana. Il concetto di assenza in Raul Albiol è sempre presente, basta andare a riprendere la sua biografia stagionale dell’ultima annata. Il 14 giugno del 2017, il Napolista scriveva così:

Accanto a Milik (forse più di Milik), Raul Albiol ha rappresentato “il grande alibi” della stagione del Napoli. L’assenza chiamata in causa nel momento in cui c’era da spiegare il rendimento negativo di ottobre. La dicitura “accanto a Milik” è importante. Perché il Napoli che ha perso contro Atalanta e Roma – e poi Juventus – quelli che, a conti fatti, sono stati i punti mancanti per secondo posto e scudetto, mancava di entrambi i calciatori. E ha dovuto pian piano reinventarsi senza il vero equilibratore della difesa e senza un centravanti propriamente detto.

Un difensore centrale con un peso specifico da centravanti. Anzi, ancora di più: un equilibratore che non conosce sostituti, vero e proprio ago della bilancia metafisico di un modello di gioco costruito sulle sue qualità. È il leaderismo silenzioso di Raul Albiol, che ogni tanto si ricorda di venire fuori o di assentarsi.

È successo anche in questa stagione, solo che in questa stagione ce ne siamo accorti di meno: sei partite saltate in campionato, sei vittorie del Napoli; altre assenze in Napoli-Lipsia 1-3, Napoli-Atalanta 1-2 (Coppa Italia) e Napoli-Feyenoord 3-1 (Champions League). Nei sei match senza Albiol, però, il Napoli ha vinto subendo 7 gol in totale: uno col Verona, due con la Spal e con il Genoa, uno col Bologna e uno con la Lazio. Quindi, come dire: il Napoli ha imparato ad esistere e a vincere senza Albiol. Ma non a farne a meno del tutto, considerando che le reti incassate dalla squadra di Sarri sono 19.

Il gol

Raul, ieri sera, ha fatto saltare un tappo importante. Quello di un gol che mancava dal sesto minuto di Napoli-Roma, perché quello di Mertens contro i giallorossi esiste solo nei tabellini. Colpo di testa su calcio d’angolo, uno a zero al Genoa e maledizione scacciata dal San Paolo. È la terza rete in cinque stagioni per Albiol, la prima in assoluto di testa. L’ex del Real Madrid segna un anno si e un anno no: 2014 al Chievo, in una partita maledetta; 2016 al Frosinone, in un match che valse il primo titolo d’inverno dal 1990; ieri al Genoa, tre punti fondamentali per una reale rincorsa allo scudetto.

Anche in questa piccola parabola c’è la progressiva affermazione del Napoli fino a realtà consolidata. Albiol ne fa parte a pieno titolo, anche lui è cresciuto durante il suo percorso italiano. Un campione del mondo arrivato in Italia a 27 anni eppure in grado di migliorare ancora, di progredire, di imparare a gestire la difesa con il piglio autoritario della classe e dell’intelligenza tattica. Oggi Albiol è una guida spirituale per tutti i compagni, gestisce la linea e ha in mano il radiocomando di Kalidou Koulibaly. Che, accanto a lui, ha intercettato le misure per diventare uno dei migliori centrali del mondo.

Domani

Il futuro di Albiol è un argomento all’ordine del giorno per ogni mercato del Napoli. Si dice che desideri tornare a casa sua, al Valencia. Lui vuole il suo vecchio club e il suo vecchio club vorrebbe lui, solo che il progetto tattico del Napoli passa ancora dalla caratura assoluta e riconosciuta di Raul. Difensore centrale, guida della difesa, primo costruttore di gioco e totem internazionale di un Napoli che studia da grande ma non può permettersi fuoriclasse assoluti. Ecco, Albiol è il perfetto compromesso.

Qualcuno, forse ingenuamente, gli ha chiesto se il suo gol fosse un segnale di esperienza e mentalità vincente. Ovvero: sei uno dei pochissimi calciatori dell’organico di Sarri ad aver vinto qualcosa, il fatto che ieri abbia segnato tu dipende anche da questo? Raul ha risposto che è merito della squadra. Che tutti hanno contribuito e stanno contribuendo a questa stagione meravigliosa. Che lui è solo uno dei più vecchi, ha detto proprio così. Anche questo è essere leader, nascondersi e far andare avanti gli altri. Te ne accorgi solo quando manca, uno così.

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