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Il Napoli è più forte rispetto a come viene raccontato. E ora anche gli altri iniziano a capirlo

La vittoria di Bergamo, contro una bestia nera (narrativa e riferita solo alle ultimissime partite) ci restituisce un Napoli consapevole e maturo. Che inizia a preoccupare un po’ tutti.

Il Napoli è più forte rispetto a come viene raccontato. E ora anche gli altri iniziano a capirlo
Foto Ssc Napoli

Oltre un certo storytelling

Immerso nello storytelling della coperta corta, della rosa incompleta e carente, del calciomercato di gennaio da “pugno di mosche in mano”, e del gap con la Juventus mai colmato, il tifoso napoletano medio in appena 14 giorni aveva dimenticato quanto è forte il Napoli.

E si era preparato ad una amara domenica da vivere davanti allo schermo, con un’Atalanta “bestia nera” che si apprestava a battere gli azzurri nello stadio il cui nome, solo a pronunciarlo, fa venire le farfalle nello stomaco. Tifosi ormai quasi rassegnati ad assistere al sorpasso definitivo da parte della Juventus.

Dimenticando che in campo in maglia azzurra ci vanno sempre in undici, e che undici. Dimenticando che a Bergamo negli ultimi anni non è che il Napoli avesse sempre perso. E dimenticando che in questa stagione il Napoli, a parte una singola eccezione, si è fatto sempre trovare pronto.

Il rispetto è fondamentale

Lo hanno già detto e scritto in tanti. Non sarà un Napoli spettacolare, ma concentrazione e attenzione di ogni singolo calciatore sono alle stelle. Il rispetto (ma non la paura) per gli avversari è fondamentale nella preparazione della partita, ed è un ottimo deterrente contro la superficialità.

Rispetto per gli avversari e consapevolezza della propria forza che dovranno rimanere il marchio di fabbrica degli azzurri fino alla fine, anche quando entreranno nel vero stadio tabù. Perché mai come quest’anno uscire imbattuti dallo Stadium potrebbe significare moltissimo.

Il duello

Perché ormai è chiaro che sarà un duello tra Napoli e Juventus, come le difficoltà ed il distacco delle altre contendenti sta ormai certificando. E le operazioni di mercato in uscita della Roma, con il conseguente ridimensionamento di una potenziale, temibilissima avversaria, lo manifestano una volta di più.

Dimostrando che una sana gestione societaria è il primo passo verso grandi traguardi, al di là delle fantasie e dei voli pindarici dei tifosi. Anche il Napoli potrebbe non uscire benissimo da questa finestra di mercato, ma comprare per comprare serve a poco. I rinforzi mirati sembra che non gradiscano mettersi in gioco, anche se questo mettersi in gioco potrebbe significare vincere uno scudetto. Peggio per loro, a breve il Napoli opererà i suoi due migliori acquisti con il ritorno di Ghoulam e Milik. E a quel punto sfido chiunque a parlare di rosa incompleta con una squadra che ha già fatto 54 punti su 63 senza quei due calciatori fondamentali.

Ad ogni buon conto, appena messe da parte le querelle di mercato, dal rifiuto di Verdi alle ingerenze di Marotta che priverà il Napoli di un buon panchinaro, il calcio giocato ha subito restituito, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’immagine di un Napoli che in campo primeggia.

Lo scudetto degli altri

Anche se qualcuno si continua a sorprendere che gli azzurri non mollino, dimenticando che sono gli altri ad inseguire e a mollare a turno. E magari a sorprendersi sono gli stessi che avevano assegnato lo scudetto al Milan ad agosto, alla Juventus a settembre, a Lazio e Roma tra ottobre e novembre e all’Inter a inizio dicembre.

Quella squadra che appena 40 giorni fa era stata considerata cotta e in rottura prolungata, oltre a mantenere la testa della classifica, inizia a far sentire il peso psicologico della sua costanza. E le parole di Allegri, che dopo la faticosa vittoria bianconera sul Genoa cerca di mostrarsi sereno facendo la voce grossa, dimostrano come anche i super vincenti abbiano sempre più paura di quelli che da anni a Torino considerano dei parvenu, degli intrusi al tavolo dei ricchi e potenti.

Strategia della tensione

E la tensione cresce anche tra i tifosi bianconeri. Le polemiche, ormai costanti, intorno al Var e agli arbitraggi, smentiscono i luoghi comuni sulle tifoserie e il loro ricorso agli alibi arbitrali. Il vittimismo, fenomeno solo appare temente sconosciuto tra i tifosi gobbi solo grazie alle immancabili vittorie della Juventus, fa capolino sempre più frequentemente tra chi ha a cuore i colori bianconeri. Un chiaro segnale di paura e di consapevolezza del rischio di rimanere dietro al Napoli. Che esiste, nonostante il fatturato e i massicci investimenti della società della famiglia Agnelli.

Proprio per questo motivo i tifosi napoletani dovrebbero evitare di farsi trascinare in discussioni contro il Var e contro gli arbitri. Il polverone serve a chi insegue. E le polemiche di due settimane fa sul mani di Bernardeschi hanno rischiato di delegittimare quanto di buono è stato fatto in questa prima metà stagione. Facendo proprio il gioco di chi vuole depotenziare il mezzo tecnologico.

Sarri e il calendario

Polemiche per polemiche, iniziano a diventare stucchevoli quelle di Sarri sul calendario di anticipi e posticipi. Spero che il mister lo stia facendo per amor di polemica e basta, magari per tenere alta la tensione nell’ambiente ed evitare rilassamenti. Attirando su di sé tutti i riflettori per lasciare tranquilla la squadra. Mourinho docet.

Per il momento il Napoli tornerà a giocare nell’orario canonico delle 15 della domenica. Il confronto con il Bologna è stuzzicante, vista la recente questione Verdi. Sarà il caso di mostrare al ragazzo cosa si è perso.

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