José Mourinho in conferenza stampa: «Un grande club e una grande squadra sono due cose diverse. Loro hanno acquistato terzini pagandoli come attaccanti».
Tra ragioni ed esagerazioni
Solito, ineffabile José Mourinho. In conferenza stampa, dopo il deludente 2-2 interno col Burnley, i giornalisti chiedono al manager portoghese come mai il suo Manchester United sia così lontano dalla vetta. La risposta contiene il calcio moderno nella sua essenza. Ed è tutta da leggere, ascoltare, comprendere, interpretare. «Una cosa è un grande club e un’altra cosa è una grande squadra di calcio. Sono due cose diverse – ha detto Mourinho -. Siamo al secondo anno di un progetto, stiamo tentando di ricostruire un grande club che non ha una delle migliori squadre del mondo. Nel frattempo, il Manchester City compra terzini sborsando cifre con cui gli altri acquistano attaccanti».
Incalzato dai giornalisti sulle cifre già investite durante il suo biennio, la risposta che non ti aspetti. O forse sì: «300 milioni spesi in due anni? Non sono abbastanza. Non sono abbastanza per competere con il City. So cos’è un grande club, e spesso un grande club paga la sua storia quando deve comparare sul mercato. Noi abbiamo la responsabilità di vincere? Ma ce l’hanno anche Chelsea, Arsenal e Liverpool?».
Insomma, il ragionamento di Mourinho è condivisibile, ma fino a un certo punto. La distanza economica col City e le sue imponenti campagne di rafforzamento può anche esistere, ed infatti esiste (164 milioni spesi dai Red Devils, 249 per i Citizens). Ma un pareggio interno col Burnley, dopo l’eliminazione in League Cup contro il Bristol City e un altro 2-2 con il Leicester sono francamente troppo. Esattamente come il potenziale -15 in classifica, due giorni dopo Natale. Sotto, il video della conferenza. Giusto per integrare il discorso.
