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Il match con lo Shakhtar chiarirà lo spirito Champions di questo Napoli

Napoli-Shakhtar è la discriminante: un successo e una bella prestazione cancellerebbero ogni sentore di sottovalutazione rispetto alla Champions League

Il match con lo Shakhtar chiarirà lo spirito Champions di questo Napoli

Il subconscio

Ci siamo, e stavolta è un vicolo cieco. Il Napoli deve arrampicarsi su un muro bello alto per scappare dall’eliminazione, deve vincere (con un certo punteggio) per scacciare lo spettro della peggior Champions di sempre. Nelle tre esperienze precedenti con i gironi, due passaggi del turno (uno miracoloso, nel 2011/2012) e un’eliminazione contro ogni logica nel 2013/2014.

Anche per questo, occorrerà dare un messaggio questa sera in un San Paolo quasi deserto. La percezione di questa avventura in Champions League, esaurita l’ondata emotiva del preliminare contro il Nizza, non è stata quella del fuoco ardente – utilizziamo una metafora. Certo, il campionato sta alimentando ambizioni di tipo diverso, ma se lo stesso Sarri ha lanciato dei segnali in questo senso, in merito alla “priorità subconscia” dei suoi calciatori rispetto alla corsa interna, allora vuol dire che qualcosa è andato effettivamente storto. Facciamo riferimento a due dichiarazioni del tecnico: «può darsi che sia scattato qualcosa nei miei giocatori» e «può darsi che abbiamo sottovalutato, tutti, il primo match con lo Shakhtar».

Il resto delle considerazioni di tecnico e calciatori è stato sempre “garibaldino”, il Napoli non ha mai snobbato o comunque messo in secondo piano la Champions. Almeno a parole, almeno volutamente. Si è visto anche contro il Manchester City, due partite giocate bene dalla squadra di Sarri. Quindi, tra il dire e il fare è entrato il subconscio. E, soprattutto, c’è stata la partita d’andata in Ucraina.

L’andata contro lo Shakhtar

Ecco, nella nostra lettura tutto si è/era già deciso con la sconfitta di Kharkhiv. Nel senso: con un pareggio, o meglio ancora una vittoria, il Napoli avrebbe avuto stasera l’opportunità di portarsi a casa la qualificazione. Il calendario – la doppia sfida consecutiva al City – non ha aiutato, ora il Napoli è in grosse difficoltà di classifica e tutto sembra irrimediabilmente compromesso. Probabilmente è così, ma non si tratta solo della pura e semplice qualificazione.

No, c’è da (di)mostrare che questa competizione rappresenta ancora una parte importante dei pensieri di questa squadra. Questione di prestigio, di percezione. Con un successo netto questa sera, il Napoli farebbe vedere che ci tiene. Che l’avventura da favola sul fronte interno non ha inficiato l’approccio alla competizione più importante, al luogo ideale in cui nascono e si consolidano le grandi squadre. Non è eccessivo pensare che questo Napoli sia figlio del Real Madrid, di quei 60 minuti di grande calcio imposti ai più forti del mondo tra andata e ritorno degli ultimi ottavi di finale. Quindi, la Champions è importante. Proprio a livello di mentalità, di mentalità della crescita. Nonostante la chance scudetto.

Evitare di limitarsi

Il Napoli non si è limitato o risparmiato. Diversamente da quello che scrive Calamai sulla Gazzetta di oggi (parla di turn over eccessivo in occasione del match in Ucraina), noi crediamo che (fu) Milik, Zielinski e Diawara non rappresentino una dichiarazione di intenti in chiave di sottrazione rispetto ai titolarissimi. Anche perché in Napoli-Feyenoord giocarono proprio Allan e Jorginho, quindi la teoria sarebbe sconfessata.

Proprio in virtù di questo, ci attendiamo e ci auguriamo un messaggio importante questa sera. Una prestazione feroce, chiesta ieri da Sarri anche nella conferenza stampa della vigilia. Servirebbe a chiarire lo spirito del Napoli rispetto alla Champions, permetterebbe di “ridurre” anche l’eventuale eliminazione al risultato di una partita, Shakhtar-Napoli. Quel 2-1 e un calendario sfavorevole (Shakhtar-City all’ultima giornata, a giochi già fatti) sarebbero a quel punto le uniche motivazioni del possibile crollo.

Con una partita scialba questa sera, il Napoli si accollerebbe i rischi di una critica giustificata, e soprattutto cancellerebbe una parte della propria freschezza innovativa, della propria dimensione europea. Nel senso: “dimenticarsi” l’Europa e “rinchiudersi” in una corsa scudetto con mille insidie, magari condizionata anche dall’impegno del giovedì, non sarebbe saggio. Perché porterebbe a un ridimensionamento del fenomeno Napoli, del brand calcistico costruito da questa squadra. Potrebbe venir meno anche una quota importante d’entusiasmo. Pensiamoci.

Conclusioni

Una vittoria, una vittoria bella e senza discussioni, triturerebbe retropensieri e riferimenti al subconscio. Lancerebbe il Napoli verso la sesta giornata con la concreta possibilità di guardare agli ottavi di finale. Tutto dipenderebbe dal City, certo, ma a quel punto le responsabilità di Sarri e dei suoi si limiterebbero a una partita sbagliata, o sottovalutata. E tra il sottovalutare una sola partita e sottostimare un’intera competizione, c’è una bella differenza. È qui che si costruisce la mentalità, È così che nascono le grandi squadre.

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