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Per il Napoli è più probabile peggiorare che migliorare

Un primo bilancio dopo quasi un terzo della stagione. L’ormai annoso gioco a rimpiattino tra Sarri e De Laurentiis sulla rosa

Per il Napoli è più probabile peggiorare che migliorare
Napoli v Manchester City Mertens (Ciambelli)

Ci eravamo lasciati dopo l’andata contro il Manchester City, ci ritroviamo dopo la partita di ritorno.
In mezzo il Napoli ha raccolto altri 7 punti in campionato, frutto delle vittorie contro Genoa e Sassuolo e del pareggio casalingo contro l’Inter.
Quasi un terzo di campionato giocato e due terzi del girone di Champions League consentono un primo, parziale, bilancio della stagione.

In campionato il Napoli sta superando se stesso. 31 punti su 33, 7 punti nei 3 scontri diretti giocati (Lazio, Roma e Inter, due delle quali fuori casa), attacco atomico, difesa più attenta rispetto allo scorso anno. Il gioco, che sembrava appannato dopo le prime giornate, sta pian piano tornando al livello di quello del girone di ritorno dello scorso campionato. Il Napoli frantuma i propri record storici e di questo non si può che essere orgogliosi. Più di qualcuno in città coltiva ambizioni tricolori e la squadra non fa mistero di pensarci. Vediamo, quindi, dove e come poter fare meglio di quanto sta accadendo, partendo dal presupposto che il Napoli, a mio avviso, sta viaggiando a livelli superiori al proprio valore oggettivo.

Il Portiere

Reina non è un paratutto, non lo è mai stato e non ci si poteva aspettare lo diventasse a fine carriera. I suoi punti di forza tecnici sono il gioco con i piedi e l’assoluta padronanza di alcuni fondamentali, tra i quali spiccano il tempismo e la capacità di chiudere lo specchio nelle uscite a terra. I punti deboli sono le incertezze sulle palle alte e la scarsa reattività in alcune situazioni. Sta attraversando un periodo di forma discreto, i sostituti non sembrano alla sua altezza. Possibilità di miglioramento, quindi, molto vicine allo zero.

Difesa

Albiol e Koulibaly non sono una coppia di centrali che entrerà nella storia del calcio, ma costituiscono un punto fermo di questo Napoli. Alcune sbavature notate nello scorso campionato sono state limate, altre no. Albiol sembra giunto all’apice del proprio rendimento, Koulibaly ha probabilmente ancora qualche margine di miglioramento. I loro sostituti, Chiriches e Maksimovic, sembrano in grado di tenere botta per farli rifiatare un po’, ma non di mettere in difficoltà Sarri nella scelta dei titolarissimi. Sulle fasce Ghoulam è stato il migliore del Napoli in questa prima fase, la rottura del crociato sarà un problema serio per Sarri che non considera (o meglio non ha considerato fino a questo momento) Mario Rui come una valida alternativa.
Domenica prossima contro il Chievo vedremo se il Mister gli darà la chance di giocare titolare o se riproporrà Hysaj a sinistra e Maggio a destra. Qualcuno ha ricordato che Benitez aveva una mezza idea di provare Koulibaly terzino. Trovare la quadra sarà difficile, Hysaj già nel suo ruolo naturale a destra ha dimostrato di non essere proprio impeccabile, impiegarlo a sinistra gli toglierebbe ulteriore sicurezza. Allo stesso tempo, optare per questa scelta, significherebbe promuovere Maggio titolare. Christian fisicamente sta bene, ma cercare di vincere il titolo così ci sembra francamente difficile. Qualcosa potrebbe muoversi a gennaio con il mercato di riparazione: vedremo cosa succederà. Di certo le esperienze degli ultimi anni non lasciano ben sperare. Possibilità di miglioramento: nessuna; di peggioramento: alte.

Centrocampo

Jorginho con il Manchester City ha sfoderato una prestazione da top player. Non è la prima quest’anno. Ha la possibilità di rifiatare perché Diawarà dà abbastanza garanzie al mister. L’esterno titolare a destra vede in perenne ballottaggio Allan e Zielinski, anche se il brasiliano sta giocando nettamente meglio. A sinistra, invece, il ballottaggio non c’è: Sarri ha detto più volte che Hamsik non si tocca ed è titolare indiscusso. A parere di chi scrive questo è uno dei veri problemi del Napoli.
Il capitano finora ha dimostrato di non essere in forma, quasi sempre è stato sostituito, quasi sempre ha giocato ben al di sotto della sufficienza e non è stato mai determinante. L’abbondanza, almeno in questo reparto, di uomini a disposizione, alcuni dei quali (Rog, Zielinski e Hamsik) non stanno rendendo come potrebbero, lascia sperare in un prosieguo di stagione almeno tranquillo. Possibilità di miglioramento: medio-alte.

Attacco

Il tridente titolare ogni mattina si sveglia e sa che dovrà affrontare tutte le partite in calendario. Insigne sta giocando divinamente, Mertens si è confermato attaccante di razza, Callejon è sempre il solito. Riserve non ne hanno. Gli unici a disposizione, Giaccherini e Ounas, giocano solo sprazzi di partite a risultato già definito. Nelle ultime partite abbiamo visto sia Insigne che Mertens giocare toccandosi i muscoli, segno che la stanchezza si fa sentire, com’è normale che sia. A Gennaio dovrebbe arrivare Inglese e, forse, dovrebbe rientrare Milik, il che potrebbe dare, Sarri permettendo, un po’ di riposo a Mertens. Possibilità di miglioramento: poche. Fortissimo il rischio logoramento.

Sarri

Il Napoli 2017/18 commette meno errori che in passato, gestisce meglio le fasi di difficoltà durante le partite ed ha dimostrato più volte di saper reagire quando va in svantaggio. Il gioco degli azzurri viene definito pressoché perfetto dai commentatori. Tuttavia (e paradossalmente) è proprio nell’operato di Sarri che si intravedono i più alti margini di miglioramento.
a) In quasi tutte le partite ci sono almeno 30/35 minuti in cui il Napoli è in dominio totale dell’avversario. E’ accaduto persino con uno squadrone come il Manchester City. In quella fase il Napoli deve essere più cinico, deve cercare il gol a ripetizione e saper infierire sull’avversario in difficoltà. Giocare contro i più forti significa anche avere la possibilità di imparare, va presa ad esempio la prima mezz’ora di Manchester.
b) Sui calci piazzati soffriamo. Il Napoli ha un problema di centimetri, ma c’è dell’altro: la marcatura a zona ha dei limiti. Probabilmente andrebbe adottata una soluzione mista, fatto sta che su angoli e punizioni dal limite la squadra è in perenne difficoltà.
c) la rosa del Napoli è più corta (ora a maggior ragione con gli infortuni) di quella delle dirette contendenti, eppure Sarri fa ruotare meno gli uomini anche quando potrebbe. Il campionato di serie A è diviso in due tronconi, quando si gioca con le ultime 7-8 bisogna dare spazio a chi gioca di meno, anche a costo di perdere qualcosa in termini di automatismi e di perfezione. Il Napoli ha schierato la stessa formazione contro la Roma e contro il Benevento; la Roma contro il Benevento aveva 4 dei 10 uomini di movimento diversi nella formazione iniziale ed ha fatto il primo cambio nell’intervallo. Non si può ragionevolmente pensare di arrivare a fine campionato con Callejon e Insigne sempre presenti e con Hamsik che parte sempre titolare. Utilizzare Rog, Ounas e Giaccherini in maniera più costante servirebbe a far riposare i titolari e assomiglia sempre di più ad una necessità. Qualora a Gennaio dovesse arrivare qualche rinforzo, inoltre, non sarà possibile attendere tempi biblici per l’esordio.

Società

Non sono uno di quelli che “ora o mai più”, ma 31 punti su 33 in campionato non capitano tutti gli anni. Anzi, non erano mai capitati sinora agli azzurri. Gli infortuni di Milik e Ghoulam non erano preventivabili e il Napoli non è squadra che può pensare di avere in rosa tre giocatori per ogni ruolo, ma qualcosa in più in termini di ampiezza della rosa si poteva fare in estate e si dovrà fare a Gennaio.
L’impressione è che Sarri e il Presidente giochino un po’ a rimpiattino sulla questione. Il primo schiera i titolarissimi perché i sostituti non sono all’altezza, il secondo non investe sul mercato perché Sarri, poi, non li fa giocare. Ci vuole un po’ di coraggio da parte di tutti e due. La società deve acquistare giocatori da Napoli e Sarri li deve far giocare, entrambi superando le proprie convinzioni. Tutto questo se si vuole provare ad affondare il colpo quest’anno. In caso contrario, io non sarò mai tra quelli che “si deve vincere” e mi reputo già soddisfatto di una squadra che veleggia al vertice e dà spettacolo.
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