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La lavagna tattica di Udinese-Napoli

L’analisi tattica di Udinese-Napoli. Dal modulo di Delneri, alle individualità pericolose, fino all’ex Zapata

La lavagna tattica di Udinese-Napoli
Sarri e Delneri, il tecnico friulano ha speso parole di elogio per l'allenatore del Napoli

Si è detto tanto in questi giorni sulla rivalità notevolmente cresciuta tra Udinese e Napoli, o maggiormente avvertita soprattutto quando si va in Friuli. Di sicuro c’è che, in quanto a risultati, la partita di Udine ci è sempre andata particolarmente indigesta. A partire dal ko di aprile che di fatto spense i sogni scudetto con relative polemiche. Stando agli ultimi otto precedenti in casa dei bianconeri parliamo quasi di una bestia nera: non siamo infatti andati al di là di quattro pareggi.

Una squadra che oltretutto risulta piuttosto difficile da affrontare in questo momento.

L’avvicendamento in panchina tra Iachini e Delneri ha pagato: il nuovo tecnico ha sì debuttato perdendo di misura a Torino, ma nelle successive quattro gare ha totalizzato 8 punti. I friulani hanno cambiato registro grazie a una mossa dell’ex allenatore della Juventus identica a quella compiuta da Sarri lo scorso anno. Il passaggio dal 4-3-1-2 al 4-3-3.

De Paul è passato dalla posizione di trequartista a quella di attaccante esterno. Come successe a Insigne a Napoli, con Thereau a scalare dal ruolo di seconda punta a quello di esterno dalla parte opposta. In maniera simile a quanto avvenuto a Callejon. Anche se il francese si è posizionato sulla sinistra e l’argentino sulla destra, con Zapata al centro dell’attacco. La mossa è da leggersi in chiave soprattutto difensiva.

Il 4-3-3 copre meglio il campo in ampiezza, trasformandosi in un 4-5-1 in fase di non possesso e da’ maggiore sicurezza alla retroguardia. Che è stata puntellata ulteriormente piazzando Felipe, che nascerebbe difensore centrale, in posizione di terzino sinistro molto bloccato.

Il compito di spingere, se del caso, spetta a Widmer dall’altro lato, con Danilo e Wague al centro. In mezzo al campo, con l’inamovibile Kums a fare da regista, Delneri ha cambiato spesso le mezzali. Ma contro gli azzurri, stanti le assenze di Jankto e Halfredsson, dovrà necessariamente confermare Badu e Fofana.

Le percentuali

Gli azzurri avranno insomma a che fare con la loro nemesi, anche per modo di interpretare il gioco. Abbiamo detto che l’impostazione di Delneri è prettamente difensiva, e in effetti i numeri non mentono.

L’Udinese, Crotonea parte, è la squadra che meno tiene il pallone, con una media del 42,2%, praticamente antitetica a quella degli azzurri (57%). E anche quando la palla ce l’ha, non predilige uno sviluppo molto articolato in fase di possesso. Con il 78,9% di passaggi riusciti, hanno fatto meglio soltanto di Sassuolo, Cagliari e Crotone.

Il modulo

Parliamo di una squadra estremamente reattiva, che tende a chiudersi per poi puntare a ripartire in velocità. Non tenendo mai la linea difensiva estremamente bassa, come possiamo notare dal campetto posizionale medio della gara contro il Genoa.

Lavagna di Udinese-Napoli

 

Possiamo anche notare come gli uomini di Delneri abbiano sì privilegiato un modulo che copra meglio il campo in ampiezza. Ma tendano anche, quando attaccati, a intasare gli spazi centrali.

E’ comunque una fase difensiva che è migliorata ma non in maniera così sensibile rispetto a quando c’era Iachini. Nelle cinque gare dell’era Delneri, i gol subiti sono stati sette e la porta non è mai rimasta inviolata.

In generale, i bianconeri tendono comunque a concedere, se attaccati nel modo giusto. Con 19 reti incassate hanno la sesta peggior retroguardia del torneo e subiscono 14,8 tiri a gara.

Attenzione a..

Mertens, dovesse giocare lui (molto probabile, visto che Gabbiadini non è ancora al meglio) pagherà sicuramente dazio dal punto di vista fisico contro Danilo e Wague. Ma se dovesse trovare spazio potrebbe bruciarli in velocità, anche grazie alle solite combinazioni coi compagni di reparto.

Il Napoli troverà un avversario che si disporrà a specchio in tutto e per tutto. Così come gli azzurri tendono a sviluppare la manovra prevalentemente sulla sinistra, allo stesso modo i friulani lo fanno sulla destra. Del resto, già ad aprile, come si ricorderà, la catena destra bianconera massacrò la dirimpettaia napoletana.

Servirà molta attenzione in tutti i duelli. Di Widmer, già sappiamo. Lo svizzero oltretutto si segnala per i 3 assist già messi a segno e per i 3,4 tackles a partita.

Dalla stessa parte, occhio agli strappi del giovane e promettentissimo Fofana, che ha realizzato due reti ed è, dopo De Paul, il giocatore con il maggior numero di dribbling riusciti in squadra (1,6 a partita).

Infine, De Paul, arrivato dal Valencia con grandi credenziali e che ha fatto intravedere soltanto una parte delle sue capacità. E’ senza dubbio il giocatore di maggior talento per capacità di saltare l’uomo (2 dribbling di media a partita) e di mandare in porta i compagni. 2 assist a referto finora e 1,3 key passes di media, dato inferiore soltanto a quello di Kums. Un po’ innamorato del pallone (solo 20 passaggi di media, 14esimo dato di squadra). Ma è una tendenza a strafare che visti i 21 anni è perdonabile e perfettibile. Insomma, da quel lato servirà un rendimento garantito.

Ad aprile, Ghoulam, al rientro da una pausa per le nazionali, fu schierato anche se non era al 100% e fu asfaltato. Se davvero l’algerino non è al top per i noti problemi muscolari, sarebbe meglio inserire Strinic. Allo stesso modo, Sarri dovrà valutare opportunamente le condizioni di Hamsik e l’opportunità di inserire Giaccherini in luogo di Insigne.

Sul nostro centrodestra, se pure la propensione avversaria ad offendere sarà minore, occhio alla fisicità e al senso della posizione degli interpreti. Felipe, in posizione di terzino sinistro, come detto resterà molto bloccato, col compito primario di guardare a vista Callejon.

Più avanti, Badu potrebbe dar vita a un autentico duello rusticano con Allan/Zielinski e Thereau, oltre a dare una mano in copertura. Sarà un avversario niente affatto facile per Hysaj, parliamo del miglior realizzatore della squadra (già 5 reti per lui).

Kums e Zapata

Chiudiamo, non per caso, analizzando i profili dei due giocatori che costituiscono al momento l’asse centrale della squadra di Delneri. In mezzo al campo, il belga Sven Kums. Il Napoli lo aveva cercato, volendo farne il vice-Jorginho. L’88,5% di passaggi riusciti e 1,5 key passes a partita. Ma anche una media a gara di 3,4 tackles (quinta miglior performance in serie A) e 1,9 palle intercettate. Un metronomo di centrocampo in grado di fornire un apporto notevole in entrambe le fasi, nonostante una struttura fisica normalissima (176 cm per 65 kg). Anche dalla capacità di limitarlo, passeranno le chances azzurre in Friuli.

Infine, là davanti, Duvan Zapata. Si è parlato molto, negli ultimi giorni, dell’opportunità di riportarlo a Napoli nel mercato invernale (con un certo fastidio, anche giustificato, da parte dei friulani). Soluzione non si sa quanto fattibile. Per motivi contrattuali: non basterebbe risarcire l’Udinese con un indennizzo. E di altra natura:  pare che Sarri proprio non lo veda.

Eppure, un attaccante come il colombiano servirebbe davvero in questo momento al Napoli. Capace di far salire la squadra, fisico ma non lento e con un buon senso del gol. In fondo, da quando è arrivato in Europa, sta mantenendo grosso modo la media di un gol ogni tre gare (come quest’anno: 4 reti in 12 presenze), che proprio malissimo non è. Da avversario, dovrà fare molta attenzione soprattutto Koulibaly. Da sempre va in difficoltà contro i giocatori che non dimostrano di temere la sua fisicità ma gli rispondono a tono. Come è già successo per esempio sempre nella maledetta gara di aprile, ma anche quest’anno a Bergamo contro Petagna.

Nel complesso, è prevedibile una gara assai tirata, dove i valori sulla carta conteranno assai poco. Serviranno intensità e tanta predisposizione al sacrificio, l’Udinese cercherà sicuramente di allungare il Napoli e fargli perdere i consueti riferimenti.

Gli azzurri dovranno sia evitare di fare il gioco dell’avversario sia essere disposti, in qualche caso, a derogare dallo spartito originale e “sporcarsi” le mani se necessario.

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