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Un Sarri diverso (ed efficace) nel post-Atalanta tra “partite sporche” e down agonistici

Meno centrato col paragone tra Rog e Platini ma la gestione di un gruppo non è una passeggiata.

Un Sarri diverso (ed efficace) nel post-Atalanta tra “partite sporche” e down agonistici
Sarri

Stavolta il miglior Sarri è stato quello davanti ai microfoni. Ed è un salto di qualità da rilevare. Lucido nell’analisi della partita, nel focalizzare la desuetudine a giocare a certi livelli da parte di calciatori tutto sommato poco esperti. Sarri ha parlato di down dopo un eccesso di carica agonistica. L’abc per chi fa sport e studia lo sport. Ottimo. Lo ha fatto con calma, senza appigliarsi ad alcun alibi – gli abboniamo il riferimento al terreno di Bergamo -. Perché è vero che questo Napoli, pur avendo una rosa ampia, forte e omogenea, ha calciatori che non hanno cinquanta presenze in Champions.

Sarri ha detto che il Napoli deve crescere, deve farlo mentalmente e deve imparare ad affrontare queste genere di partite. Ha confessato che la mossa Gabbiadini al fianco di Milik è stata dettata dalla disperazione . Ha rigettato il paragone con la Juventus, va anche detto che una cosa è vincere contro la Dinamo Zagabria e un’altra è battere il Benfica 4-2. Insomma, una sconfitta oggi ci stava. Poi ci sono tanti progressi che il Napoli deve compiere, ovvio. Ma il Napoli chiude al secondo posto (vedremo se alla pari o meno con l’Inter) questa seconda tranche di campionato ed è a punteggio pieno in Champions. Un bilancio senza dubbio positivo.

Il Napoli ha ampi margini di miglioramento, sia mentali che nella gestione del gruppo. Il Sarri del post Atalanta-Napoli è la miglior iniezione di fiducia possibile. È il primo a sapere che la crescita mentale è l’aspetto più importante da curare, che questi progressi avvengono con l’esperienza e anche che questo gioco del Napoli è ormai noto ai nostri avversari. E che i calciatori per altre soluzioni ci sono. Così come il tempo. Anche quest’aspetto Sarri ha sottolineato. Fuorviante il paragone Rog-Platini, perché è vero che Platini impiegò mesi per ambientarsi ma è altrettanto vero che giocava. Ma su questo punto, francamente, al momento c’è poco da dire. Sarri è consapevole che il suo Napoli deve cambiare pelle, però la gestione di un gruppo non è proprio una passeggiata così come non lo è l’inserimento di nuovi elementi.

Infine, il passaggio che più ha colpito. Quello sulle partite sporche che il Napoli deve imparare a vincere. Una affermazione rivoluzionaria per Sarri che fin qui spesso si è opposto a un certo tipo di discorsi. Ha sempre detto che il suo Napoli sa giocare a calcio e che lui ama un solo tipo di calcio. Oggi, in un post-partita che potrebbe segnare una svolta, ha toccato argomenti molto importanti e lo ha fatto mostrando un Sarri diverso.

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