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La seconda seduta: ancora assenti Reina e Tonelli, a lezione difensiva da Sarri

Il primo allenamento mattutino a Dimaro.

La seconda seduta: ancora assenti Reina e Tonelli, a lezione difensiva da Sarri

È il solito Sarri, di prima mattina. Arriva sul campo, viene salutato dai tifosi e ricambia. Si alza il drone su Dimaro, ed è il giorno più importante per farlo. Secondo le indiscrezioni del Napolista, il tecnico azzurro vuole che le sedute riprese dalla telecamera volante in maniera più approfondite siano quelle in cui cura la fase difensiva. Detto, fatto. Subito Dopo i primi esercizi fisici, squadra divisa in due: da una parte la difesa, che resta in campo. Dall’altra l’attacco, che continua a corricchiare sulla pista d’atletica ai lati del prato verde.

Intanto, la conta di presenti e assenti: Reina, ad esempio, non si è visto neanche oggi così come Tonelli. Mancano anche i “reduci” delle Nazionali, Higuain e Hamsik in testa, ma non è una novità. Poi, ecco la prima parte dello spettacolo. Linea a quattro, con chi c’è: Maggio-Koulibaly-Luperto-Ghoulam. Sarri urla, si sgola. Il primo esercizio è semplice: lancio avversario da centrocampo, quattro difensori alti e in linea, a coprire la profondità senza perdere la posizione. Subito dopo, si aumenta la difficoltà. Perché adesso non basta più il rilancio: i centrali devono mantenere la posizione, tenere unita la linea. Ma anche giocare la palla, scambiarla e poi toccarla indietro su una seconda linea di terzini, arretrati immediatamente alle spalle dei compagni a formare una seconda, curiosa linea da due. Fuorigioco sul lancio avversario, uscita armonica in possesso palla. Lo stesso esercizio viene ripetuto anche dopo che, dal centrocampo, i due “avversari” si sono cambiati il pallone un numero di volte non sempre uguale. Linea altissima, sempre. Questione di atteggiamento.

Dopo, schemi difensivi su calcio piazzato, dalla destra e poi dalla sinistra del campo. Sarri continua a urlare, il drone continua a volare. La concentrazione e l’attenzione, in questi momenti della seduta, è altissimo. Altra situazione dinamica: la linea, tenuta poco oltre il limite dell’area, scala a tempo seguendo un esterno sulla fascia, che tiene palla. Sarri detta letteralmente il tempo ai suoi quattro uomini: un urlo, un movimento. Sembrano delle marionette, o meglio dei robot con comando vocale. Il calcio di Sarri si prepara anche così. Anzi, soprattutto così.

La squadra si riunisce dopo, a centrocampo e su una sola metà campo. L’esercitazione coinvolge tutti stavolta, e lo stile è sempre lo stesso: velocità, scambi di prima, sovrapposizioni. I preparatori, in maglia rossa, fungono da omini difensivi: la palla corre veloce sulle fasce, poi va al centro sull’inserimento di uno, due, tre uomini. Si conclude anche in porta, qualche volta si segna. E il pubblico (leggermente meno numeroso di ieri) applaude, il tiro che finisce in porta o la parata dell’estremo difensore. Lo avevamo detto già ieri, qui, lo ripetiamo: il Napoli di Sarri è partito forte, il Napoli di Sarri è ancora forte. Dal mercato arriverà sicuramente qualcosa, ma migliorare questa base è difficile. E questi giorni di ritiro a Dimaro renderanno ancora più complicata questa impresa.

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