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Il caso Pjanic sbrogliato da Baldissoni, è il bosniaco che ha voluto la Juventus: «Clima avvelenato»

Il caso Pjanic sbrogliato da Baldissoni, è il bosniaco che ha voluto la Juventus: «Clima avvelenato»

Forse, alla fine, siamo davvero arrivati a un punto di chiarezza. Napoli c’entra poco, per fortuna, ma non farebbe registrare comportamenti molto distanti da quelli che hanno letteralmente avvelenato Roma nelle ultimissime ore. Questa è ovviamente un’ipotesi, ma è in qualche modo sostenuta dalla nostra esperienza sul campo, soprattutto giornalistico.

La notizia di mercato cult degli ultimi giorni è quella dell’ormai certo, e certamente definitivo (in questo caso la famosa dicitura “manca solo l’ufficialità” è proprio vera), passaggio di Pjanic alla Juventus. Se ne sono lette di tutti i colori, soprattutto per quanto riguarda l’atteggiamento del club cedente. Di quella Roma che, si è detto, è alla canna del gas e avrebbe addirittura contattato volutamente la Juventus per cedere di sua spontanea volontà il calciatore bosniaco. Una versione confermata anche da alcune indiscrezioni “informatiche”, vere e proprie intercettazioni personali, provenienti dalle conversazioni Whatsapp di Pjanic. Che avrebbe scritto a un amico, sempre secondo i giornali, roba di questo genere: «Sti c… mi hanno venduto in 15 minuti, hanno chiamato loro la Juve, hanno bisogno di soldi, sono molto amareggiato, ma purtroppo nella vita non si può avere tutto». Tutta colpa della Roma, dagli alla Roma.

Baldissoni, diggì giallorosso, non ci sta. E anzi, sbatte i pugni sul tavolo come mai un dirigente aveva fatto prima di oggi. E allora eccolo, addirittura in diretta radiofonica, leggere una richiesta ufficiale e scritta, firmata dal bosniaco, in cui lo stesso Pjanic chiede il trasferimento alla Juventus: «Roma, 9/06/2016. Spettabile AS Roma SpA, alla cortese attenzione del direttore generale. Con la presente comunico di volermi avvalere del diritto di essere trasferito ad altra società, come da accordi tra noi intercorrenti. Vi comunico inoltre la mia disponibilità a regolare il 20% di mia spettanza dell’ammontare del prezzo di trasferimento direttamente con la società che acquisisce il diritto alle mie prestazioni sportive, che, nell’occasione, vi comunico essere la Juventus». Non vi diciamo fregnacce (bugie), c’è una bella testimonianza video direttamente da Youtube e da Roma Radio, l’emittente che ha ospitato Baldissoni in diretta.

Ora vi chiediamo uno sforzo: cliccate su play e arrivate fino a 3.46, poi ascoltate bene. Vi ricorda qualcosa?

Altri passaggi chiave riguardano “la difesa dei tifosi della Roma” dal clima avvelenato dai giornalisti, dagli attacchi della stampa alla tifoseria. E poi il fatto che una società avrebbe tutto il diritto di mantenere certi documenti secretati. Una frase per tutte: «Non si può avere un clima di questo tipo». Dopo, solo dopo, ci sono i contratti e i giocatori. E le scelte di questi ultimi e delle società, che dovrebbero in qualche modo rimanere sì criticabili e in qualche modo oggetto di accettazione o delusione da parte dei tifosi, ma non dovrebbero essere oggetto di illazioni quotidiane da parte dei giornalisti. Questo, in pratica, il riassunto dei concetti espressi da Baldissoni.

Ai quali ha fatto eco il collega Marotta, che ha sottolineato la «volontà del calciatore di trasferirsi alla Juventus». E ha poi ribadito come «lo stesso Pjanic, per facilitare l’operazione, ha deciso di rinunciare alla percentuale, che gli sarebbe spettata di quella cifra. Non c’è stata quindi trattativa tra i dirigenti della Roma e della Juventus ma soltanto degli incontri tecnici per definire il trasferimento attraverso il pagamento della clausola».

Nessun commento da parte di Pjanic a queste due versioni, anche perché non sarebbe facile. Né tantomeno giusto. Lui ha fatto la sua scelta, questo pare evidente. E se ne sta assumendo le responsabilità, al netto di cose pubblicate dai giornali che sono state smentite da queste dichiarazioni ufficiali delle società. Forse, l’unico modo per smentire un bailamme mediatico che fa solo male. Alle società stesse, ai tifosi. Forse anche un po’ ai giocatori, che potrebbero assumersi le proprie colpe o i propri meriti, insieme ai loro procuratori, in un modo più reale, più realistico. Forse anche più giusto. Sarebbe proprio ora.

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