ilNapolista

Immobile, perché no? Potrebbe essere il vice Higuain e il futuro centravanti del Napoli

Immobile, perché no? Potrebbe essere il vice Higuain e il futuro centravanti del Napoli

Premessa necessaria: noi siamo tra quelli che, quando si parlava di Immobile al posto di Higuain, sorridevano sconsolati. Diciamo che il tempo ci ha dato ragione: imparagonabili, i due. Però poi, l’altro ieri sera, abbiamo visto Italia-Belgio. E abbiamo pensato: se il Napoli cede Gabbiadini e ha bisogno di un vice-Higuain, perché non Immobile? Cioè, al netto di un Lapadula perennemente titubante, perché non provare un’operazione-rilancio in grande stile di un calciatore che ha solo bisogno di fiducia ed entusiasmo?

Ciro Immobile è proprio un giocatore così, “da spingere”. E basta rileggere la sua carriera per capirlo: dei 78 gol segnati in carriera per squadre di club, 56 sono stati realizzati tra Pescara e Torino. Ovvero, le due esperienze emotivamente migliori per il centravanti di Torre Annunziata, soprattutto rispetto agli altri tentativi: Genoa, Dortmund, Siviglia. Immobile ha bisogno di sentire la fiducia e l’affetto attorno, di essere al centro del progetto.

Un po’ diverso, invece, il discorso sulle grandi responsabilità. Sull’Immobile bravo e decisivo solo nelle piccole piazze, lontano dalle grandi ribalte. Lasciamo la Nazionale fuori (un mondo a parte, soprattutto in relazione al Mondiale brasiliano), e facciamo riferimento alla stagione con il Borussia. Un’annata non positiva, certo, ma i numeri vanno comunque conosciuti, analizzati meglio e contestualizzati: 34 partite e 10 gol in tutto. Pochini, ok. Ma addirittura 4 in Champions League. Quasi il 50%. 

Quindi, che Ciro Immobile non sia in grado di rendere bene, in grandi competizioni, è tutto da vedere e verificare. Più che altro, sarebbe più preoccupante immaginare un Immobile pensato e acquistato come vice-Higuain. Qui torniamo al discorso di sopra, alla vulnerabilità del calciatore quando non viene riconosciuto come stella assoluta dell’attacco. L’esperienza tedesca, tra l’altro nella peggior stagione dell’ultimo decennio del Borussia, è nata ed è stata vissuta male da Immobile soprattutto per la concorrenza con cui ha dovuto fare i conti. Aubameyang è un grandissimo attaccante, ma è addirittura meno forte e meno accentratore di Higuain. Chiedere a Gabbiadini, per conferma. Un Immobile a mezzo servizio, o pronto a subentrare, potrebbe essere un investimento rischioso, soprattutto in relazione all’ego cannibale del fuoriclasse argentino.

Quella di Immobile resterebbe però un’operazione futuribile. Perché le doti ci sono, e sono importanti. E perché, rassegniamoci al tempo se proprio non vogliamo farlo (giustamente) al calciomercato, Higuain prima o poi andrà via. E allora ci servirà un centravanti in grado di raccoglierne l’eredità. Se non tutta, almeno una parte. Così, in questo modo, ha senso pensare ad Immobile al Napoli. Perché l’altro ieri sera contro il Belgio abbiamo visto un calciatore in grado di essere una vera ira di dio, un uomo offensivo capace di spaccare la partita. Che in passato ha (già) vinto una classifica dei cannonieri in Serie A, e che ha ancora, e solo, 26 anni.

Quindi, il piano è questo: cediamo Gabbiadini, mandiamo Lapadula a giocare l’Europa League con il Sassuolo o al Genoa di Juric o magari alla Lazio di Bielsa (gli servirebbe soprattutto questo) e acquistiamo Immobile a prezzo neanche troppo elevato. Transfermarkt, dopo l’impennata del 2014 (18 milioni di euro), valuta il calciatore sui 10 milioni. È di proprietà del Siviglia, una squadra che cambierà allenatore ma che ha già Gameiro, e difficilmente sostituirà anche lui. Non dovrebbe essere una trattativa complicata, diciamo pure 12-13 milioni di euro. Lo inseriremmo gradualmente al posto di Higuain (a gara in corso, come durante Belgio-Italia in cui è stato devastante), oppure anche accanto al Pipita in partite dove è possibile farlo e dove Sarri potrebbe decidersi a varare qualche modifica tattica. Immobile si risveglia (che poi, si risveglia: prima dell’infortunio di questa stagione, nel “suo” Torino, 5 gol e 4 assist in 15 partite), fa innamorare il pubblico del San Paolo con la sua bravura sottorete a la sua disponibilità al sacrificio e realizza finalmente il suo sogno (mai celato, nonostante il passaggio giovanile alla Juventus) di giocare in azzurro. Un’eventuale cessione di Higuain, nel 2017 come nel 2019 (a Pipita 32enne), sarebbe in qualche modo metabolizzata meglio da un pubblico che, dopo il gemello di Pescara Insigne, troverebbe un altro idolo locale cui affezionarsi.

Non male come programma, soprattutto se Immobile è davvero quello visto in maglia azzurra (bianca) contro il Belgio, in un’altra partita discretamente importante. Un calciatore che subentra durante la partita, con l’atteggiamento e la disponibilità giusti, e ti permette di sfiorare e poi trovare il meritato raddoppio con due perfette ripartenze. Più o meno quello che serve al Napoli di Higuain. Anzi, esattamente quello che serve.

ilnapolista © riproduzione riservata