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Tutto Trapattoni, dal filo elettrico conduttore alla palla col coniglio dentro. Fino a “was erlauben Strunz?”

Tutto Trapattoni, dal filo elettrico conduttore alla palla col coniglio dentro. Fino a “was erlauben Strunz?”
Gc Milano 30/03/2010 - trasmissione TV Chiambretti Night / foto Giuseppe Celeste/Image nella foto: Giovanni Trapattoni

Giovanni Trapattoni, Cusano Milanino, 17 marzo 1939.

– Non compriamo uno qualunque per fare qualunquismo.

– Giocatori con caratteristiche diverse poi si eludono a vicenda e diventa poi anche difficile proporsi in emozione come usate dire voi.

– Sia chiaro però che questo discorso resta circonciso tra noi.

– Chiesero a Giovanni Trapattoni: “Allenerà mai la Nazionale?”. Rispose: “No. Diciamo che puntualmente ogni tanto affiorano queste situazioni però lasciamo stare come stanno le cose perché mi sembra che da un’analisi fatta di una gara si sia voluto così creare una situazione fumogena molto, molto intensa”.

– Abbiamo ritrovato il nostro filo elettrico conduttore.

– La nostra è una situazione di classifica non dico tranquilla. Ma sicuramente tranquilla.

– Non vorrei che a enfatizzare troppo certe situazioni da una parte e non dall’altra finisce che si crea una uniformità di idee e non una forma equivalente generale: noi abbiamo giocato bene.

– Credo che già precedentemente ebbi modo di dire, tante volte il tocco delle campane è bene sentirli tutti. In genere c’è il din don dan nelle campane, no? Sentire magari il solito rintocco din din din va a finire che non si sente il don dan, quindi c’è un’altra musica. Io ho voluto chiarire alcuni concetti.

– Noi non abbiamo vie di mezzo: o stiamo sulla luna o andiamo nel pozzo.

– Bisognerebbe che le gare fossero gestite con un minimo di pazientosità.

– Non mettiamo il carro davanti ai buoi, ma lasciamo i buoi dietro al carro.

– C’è maggior carne al fuoco al nostro arco, anche se l’arco lancia le frecce.

– È un derby che, dolenti o nolenti, conta il risultato.

– Direi, forse, senza dubbio, forse che per vincere oggi ci è mancato un uomo, più che un uomo direi un uomo… (dopo l’infortunio a Lothar Matthäus, a Vienna in Rapid Vienna-Inter 2-1, Coppa Uefa 1990/91)

– Non sono il mago Zurlì.

– È una sconfitta che non deve scalfiggere il campionato.

– La palla non è sempre tonda, a volte c’è dentro il coniglio.

– Calcaterra era un timido, ho dovuto violentarlo in ogni allenamento perché non prendeva l’iniziativa.

– Ho dei dubbi su due certezze.

– I giocatori sono liberi di fare quello che dico io.

– In Irlanda piove due volte a settimana. La prima da lunedì a mercoledì, la seconda da giovedì a domenica

– Non sono né la Lollobrigida, né Marylin, non merito tante attenzioni, sebbene spesso abbia anch’io un bel culo!

– In Italia si vuole l’uovo, il culo caldo e la gallina, ma quando la gallina ha fatto l’uovo va via eh? Quindi non può avere il culo caldo. Noi vogliamo tutto e subito. Coccodè coccodè and go. You understand?

– La squadra sta compiendo quel gradino per mettersi sullo stesso pianerottolo delle altre.

– Mi regolo in base al materiale organico e intellettivo in forza alla squadra.

– Non possiamo fare i coccodrilli e piangere sul latte versato e sulle uova mangiate

– Sacchi dice che un c.t. è come un eunuco nell’harem? Parla per sé. Io ce le ho tutte e due…

– È costantemente sotto controllo. Sta conquistando posizioni per gradi. Ma non ne vorrei parlare più, anche per rispetto di quelli che si sono qualificati. Io valuto la gente nel lungo periodo, non faccio il salto di Balakov oltre i 6 metri (parlando di Cassano, probabilmente volendo dire Bubka).

– Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco

– L’essere eruditi e preparati ha avuto una sua necessità.

– Was erlauben Strunz?
Gianluigi Trapani

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