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Il tifoso esige e merita chiarezza su che campionato lo aspetta

Il tifoso esige e merita chiarezza su che campionato lo aspetta

Nemmeno il tempo di togliere la sabbia dal costume e in rastrelliera riporre paletta e secchiello ed ecco immancabili come una cartella di Equitalia i botti di inizio stagione, pronostici buttati all’aria con la sola Inter che a ragione ha ragione di una coriacea Atalanta con il guizzo all’abbondante scadere del sempiterno Stankovic, e il gruppetto delle presunte grandi a stentare e sudare non si capisce se per il carico dei carichi di lavoro estivi ovverosia per errori nell’assemblaggio della rosa, oggettivamente troppo presto per emettere sentenze da far passare in giudicato, trascorrere almeno dovranno sette barra otto giornate per avere un giudizio meno affrettato, per tutto il resto c’è il corriere dello sport.

In attesa che il clima afoso da amichevole estiva si tramuti in frescura da punti che pesano, ordunque, il tifoso è però bene che inizi a decifrare i segnali di fumo emessi dal primo giro di lancette di questa insolita giornata postferragostana, matricole di provincia in evidente imbarazzo per il bagno di notte a paradise beach, è la serie A, bellezza!, Juve in prevedibile affanno senza la vecchia guardia contro garanzia-Udine, vera e propria fideiussione di provincia, e le consorelle (Napoli in testa) a dispensare solidarietà contro piccole e semipiccole, che gusto ci sarebbe a partire già con un piùtre dopo miserrimi novanta minuti? Molto meglio continuare a farsi del male, avrebbe detto l’amico Nanni Moretti a proposito del babà senza rum, e allora sotto con la prima magra figura dell’anno in barba ai tanti tifosi rientrati in anticipo nelle residenze emiliane per sostenere ed incitare i propri beniamini, AAAAAAAAAA disperatamente cercasi sudore e applicazione ai quattro venti di Dimaro alacremente sbandierati ma mai pervenuti in quel di Reggio dell’Emilia.

Certo, si dirà, la prima giornata rappresenta un pò il test Invalsi delle candidate allo scudetto, attendibilità zero e meritocrazia che per emergere abbisogna almeno di un quadrimestre, ma è anche vero che un raffreddore a fine Agosto suggerirebbe a mamma e papà di vaccinare il fanciullo, a patto di non volerlo rimandare a scuola solo a Marzo quando il gap con i compagni di classe risulterebbe irrimediabilmente incolmabile. E così in attesa che lo zio d’America impacchetti il sospirato regalo per i suoi affezionatissimi sei milioni di nipoti, quasi noioso pare stare a parlare del solito Lorenziño abulico sulla tre quarti, della illusoria nuova giovinezza di Marek a cui non può bastare solo il ritorno al gol per far rinascere l’amore con tribuna e distinti, del semaforo giallo al tanto atteso Valdifiori e della immancabile staffetta Pipita Gabbia, nel mentre nelle retrovie continuano a dormirsi sogni beati con Maggio e Albiol che evidentemente hanno avuto tutto il tempo per indottrinare anche il malcapitato Chiriches su come non coprire sui raddoppi e non marcare sui cross degli avversari quando in area c’è più gente che il sabato sera in fila da Starita a Materdei.

Il resto è il classico copione da teatro degli orrori messo nel cassetto poche settimane fa, echi di approssimazione in salsa spagnola con un centrocampo ben lontano dal primo tagliando, un attacco abulico e tristemente affidato all’estro o al guizzo del singolo e una difesa che dovrebbe chiudere gli spazi con una rapidità da cocoricò e che invece è il solito cantiere aperto dalle mille varianti in corso d’opera, per il primo stato di avanzamento lavori, a quanto pare, stranamente non verranno rispettati i tempi di consegna annunciati in conferenza stampa. Se Napoli piange Madrid non ride, certo, con il gordo che riesce nell’impresa di portare a casa cinque gare senza reti in un torneo dove tutte le partite iniziano sul due a due. Mal comune mezzo gaudio, chissà, però prima che suoni la campanella il tifoso esige e merita chiarezza su che campionato lo aspetta: se cioè ogni squallida promessa, alla fine, nasconde sempre e solo una comoda salvezza.
Otto Tifoso

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