Il 27 giugno Patrizia Liuzzi, di Melito, figlia d’arte, ha vinto la medaglia d’oro ai campionati europei junior di lotta, categoria 55 kg. Patrizia ha fatto meglio del padre, Michele che ventidue anni fa ottenne la medaglia d’argento sia in questa stessa competizione sia, sei anni dopo, nella categoria seniores. Pubblichiamo quanto scritto poche ore dopo quel successo da Gennaro Esposito, consigliere comunale di Napoli.
Qualche ora fa Patrizia Liuzzi ha conquistato il podio più alto agli Europei juniores di Lotta Olimpionica Stile Libero a Istanbul, Turchia. A guidarla è stato un altro campione della disciplina, il papà, Michele, allenatore della Nazionale femminile. Ho seguito la finale in streaming commentando su Whatsup l’incontro con gli altri amici che l’hanno seguita. Potete notare dalla foto la dignità e la compostezza con la quale Patrizia tiene il tricolore. Una giovane donna nata e cresciuta a Melito nella palestra del padre.
Uno sport duro che, come dico sempre, non crea solo campioni ma anche cittadine e cittadini esemplari. Patrizia tornerà a Melito e, sono sicuro, sarà un esempio per le tante ragazze e ragazzi che si allenano in condizioni assolutamente precarie ma con grandissima dignità, professionalità e spirito di abnegazione.
È chiaro che l’incontro per me è stato una emozione forte, conosco bene il papà Michele – “il rosso” di Montesanto – un campione anche lui con il quale mi accomuna lo stesso allenatore, il maestro Luigi Marigliano.
Con Michele in questi anni, insieme agli altri amici, mi sono confrontato e mi confronto per cercare di trovare soluzioni affinché lo sport sia veramente per tutti, sopratutto nel quartiere difficile di Melito dove Michele ha messo in piedi la Wrestling Liuzzi. Un quartiere dove se un ragazzino o una ragazzina non va in palestra a fare sport, la strada non gli riserva nulla di buono.
A Napoli ci sono altre esperienze importanti come quella di Michele ma alla fine si finisce a parlare solo del calcio o dei soliti noti. Parlare di Sport significa innanzitutto far conoscere ai cittadini le tante realtà dove i ragazzi e gli allenatori fanno sacrifici per raggiungere risultati sociali ed agnostici pregevoli.
Questa sera, preso dall’emozione, i miei 10 km di corsa li ho fatti tutti di un fiato con una media del 4:59 km/minuto, con grinta, sofferenza e passione, poca cosa, ma è bastato per farmi ricordare cosa significa allenarsi soffrire e gioire del risultato, con compostezza ed umiltà guardando sempre con rispetto l’avversario senza mai umiliarlo, come ha fatto questa sera Patrizia che ha conquistato questo risultato difficile battendo in finale per 8 a 2 l’azera Kolesnik. Tutti dobbiamo essere orgogliosi e gioire dell’ottimo risultato raggiunto così come dovrebbe essere per le tante altre medaglia degli altri sport, malamente definiti minori o peggio ancora poveri! Spero che i giornali facciano la loro parte facendo conoscere questa giovane donna promuovendo così lo Sport e non come sempre accade lo spettacolo del Calcio che crea ottimi tifosi su sedie sdraio e pancia che sembra un cocomero. Lo Sport occorre praticarlo se si vuole che i nostri giovani crescano sani e con valori che troppo spesso vengono dimenticati.
Eppure, dopo questi quattro anni di consigliere comunale a Napoli, non mi capacito ancora di come sia possibile che la politica non comprenda questa cosa così semplice: lo sport è la prima politica sociale perché è prevenzione e recupero delle marginalità, è socializzazione ed è un binario sicuro su cui far viaggiare i nostri giovani! Grazie Patrizia. Continua così noi ti seguiremo fino alle Olimpiadi.
Questo è ciò che ha scritto stamane Patrizia sulla sua bacheca Facebook non aggiungo altro:
“Questa mattina appena mi sono alzata dal letto mi sono guardata allo specchio e ho detto”ho la faccia tutta rotta” poi ho pensato “MA NE È VALSA LA PENA”. È da un bel po’ che ci penso ma “se” arrivo sul podio come reagirò? Fino a giovedi non ci credevo di poter arrivare sul tetto più grande d Europa, ma quando ieri mattina mi sono svegliata mi sono guardata allo specchio e ho detto perché se? Perché io non posso essere campionessa d’Europa? Perché? Ho iniziato a pormi queste domande e poi ho iniziato a pensare quante quante volte ho pianto in palestra per non avercela fatta, quante volte ho sofferto, quante botte ho preso e quante ne prenderò ancora, quante feste mancate, quante uscite con gli amici rifiutati, quanti sacrifici che mia madre e mio padre hanno fatto per me, quanti sacrifici e quanti ne farò per salire su quel tetto ancora una volta, stento a crederci mi sembra un sogno, non ho più lacrime queste foto dicono tutto per me. Sono stata una ragazza che ci ha creduto fino in fondo prima con la testa e poi con il cuore. Quei sei minuti sono stati i sei minuti più lunghi della mia vita, quando è finita la prima cosa che ho fatto ho baciato il materassino perché è l’unica cosa che potevo fare in quel momento perché è li che sono nata e lì che ho perso ore e ore di duro lavoro poi vedere vincere per la mia squadra è stato troppo troppo emozionante vedere quella bandiera sventolare, tutto il mondo tifare per me, l’inno è stato qualcosa di indescrivibile ma volevo dire che questa medaglia va a me, poi a tutta la mia famiglia e tutte quelle persone che hanno creduto in me sempre,ma questa medaglia va soprattuto a una persona che è stata pezzo della palestra questa persona che adesso non c’è più è andata via molto presto questa persone che mi ha dato la forza ancora di più. QUESTA VA A TE AMICO MIO,ti voglio bene SASA’
A tutte quelle persone che hanno un sogno come me non arrendetevi MAI credeteci prima con la TESTA e poi con il CUORE .
Un grande grazie a tutti PATTY “
Gennaro Esposito