Quando porterò i miei figli a Napoli, dovrò dire loro: “tacete”?

Dunque, un altro romano – in quanto romano – è stato accoltellato a Napoli. Quindi, io che sono un napoletano a Roma, da oggi devo preoccuparmi? E cosa devo augurarmi per i miei figli? Quando sentiranno che “i napoletani accoltellano i romani”, e “i romani hanno ammazzato un napoletano”? Come si sentiranno loro? Più romani […]

Dunque, un altro romano – in quanto romano – è stato accoltellato a Napoli. Quindi, io che sono un napoletano a Roma, da oggi devo preoccuparmi? E cosa devo augurarmi per i miei figli? Quando sentiranno che “i napoletani accoltellano i romani”, e “i romani hanno ammazzato un napoletano”? Come si sentiranno loro? Più romani o più napoletani? E quando li porterò dai nonni in terra partenopea dovrò dire: “tacete”? O si fa qualcosa, subito, dopo che non si è fatto niente per decenni, e soprattutto nell’ultimo anno, o la follia non avrà più limiti. Andrea Camorrino

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