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Caro Max, ma quale partita intelligente. La Roma è stata superiore al Napoli

Il cronista ha un cuore azzurro e perciò deve fare attenzione a non essere partigiano. Sarebbe molto facile andare per enfasi ed esaltazioni puntando alla “pancia” del tifoso. Se ne ricaverebbe una facile popolarità. Napoli-Roma diventerebbe così “un trionfo”, una “impresa memorabile”, il “vero calcio” perché vincere è quello che conta.

Le critiche e le osservazioni mi sono più utili degli elogi. Sbaglio come si può sbagliare nella fretta di scrivere sulle partite di calcio nel breve spazio di un quarto d’ora, venti minuti, come esige la tempistica dei giornali soprattutto nelle gare in notturna.

Il risultato (che ha ovviamente la sua importanza) non mi condiziona nel giudizio su una partita a meno che non sia lo specchio fedele del gioco visto in campo.

In Napoli-Roma il gioco è stato della Roma, il risultato del Napoli.

Obiettivamente, la Roma (senza De Rossi, Totti e dopo 12 minuti senza Strootman), pur nella formazione strategica escogitata da Garcia (positiva fino a inizio di ripresa), mi è parsa avere la personalità che manca ancora al Napoli, cioè una squadra che sa quello che deve fare e lo fa bene perché la qualità tecnica dei suoi giocatori è elevata, movimenti mandati a memoria, sincronismo nello smarcarsi e proporsi a ricevere palla, difesa compatta e molti uomini a portare l’attacco.

Ritengo questa Roma complessivamente superiore al Napoli avendo un palleggio più sicuro, una difesa forte e ben protetta, un’organizzazione di gioco con molte variabili.

Questa Roma è stata superiore al Napoli nella partita di domenica sera. Non lo è stata nelle altre partite di questa stagione contro gli azzurri, anche nelle vittorie all’Olimpico dove il Napoli ha giocato meglio e, sicuramente, molto ma molto meglio di domenica sera.

Rimane la constatazione del tutto personale che la Roma è “più squadra” del Napoli. Le cifre del campionato sorreggono questa tesi.

A parti invertite, cioè se la Roma avesse vinto giocando come il Napoli dell’altra sera, che cosa avremmo detto? Che la Roma “ha rubato”?

Il Napoli non ha rubato, questo è chiaro, ma non è stato il Napoli che voglio ammirare, che fa felice il mio cuore azzurro e mi facilita i commenti delle partite (quando gioca male è più difficile scrivere).

Mi spiace contraddire Max. Contro la Roma, il Napoli non ha fatto una partita “intelligente”. Fare una partita intelligente per me significa organizzarla in un certo modo. Nel caso specifico, ribattere il gioco della Roma con una precisa organizzazione di gioco. Il Napoli è stato costretto a fare una partita difensiva (non “intelligente”) e la Roma ne ha snaturato completamente il gioco bloccando le fasce laterali, dove il Napoli è forte, dominando a centrocampo, dove il Napoli ha problemi di qualità (forse la coppia Jorginho-Henrique potrebbe essere un’idea), palleggiando in sicurezza con accentuata qualità tecnica.

La Roma era priva di giocatori fondamentali. Al Napoli, in effetti, mancava il solo Jorginho. Com’è, allora, che la Roma ha giocato meglio del Napoli?

Garcia ha predisposto la partita dell’altra sera sotto lo choc dello 0-3 in Coppa Italia e ha fatto le sue “mosse”. Alla fine, ha sbagliato formazione (ma aveva molte scelte obbligate dalle indisponibilità). Ha perso perché dopo aver visto che non era il Napoli temibile di Coppa non ha messo dentro un attaccante vero (Destro) rinunciando al “falso nueve” Gervinho che pure ci ha posto molti problemi. Giocare poi col giovane Romagnoli, più centrale che difensore esterno, è stato un azzardo pagato col gol di testa di Callejon proprio col ragazzo fuori posizione. In ogni caso, la Roma ha giocato una buonissima partita.
Al Napoli è andata bene e questo mi fa felice. Il secondo posto ora è in ballo. Ma nella partita di domenica sera il Napoli non mi è piaciuto. Lo score del match è impietoso. Rilevo dalla “Gazzetta”: 612 passaggi della Roma contro 355 del Napoli; 82,5 per cento di precisione negli appoggi dei romanisti; 62,8 di possesso palla; Dzemaili e Inler in due hanno giocato lo stesso numero di palloni del solo Pjanic (95), dico giocato e non aggiungo giocati male.

Le altre cifre: 8 interventi di Reina, tre decisivi, una palla-gol regalata al nostro portiere da Gervinho tutto solo in area (3’), una palla-gol messa a lato da Florenzi (74’ sullo zero a zero), un’altra d’un pelo oltre l’incrocio di Maicon (90’ sull’uno a zero). Sei occasioni da gol. Non così impegnato De Sanctis: una parata plateale sul tiro a giro di Mertens (44’), il salvataggio su Callejon (53’), la palla-gol di Higuain che scheggiava la traversa (54’). Tre occasioni per il Napoli. Anche queste “aride cifre” sottolineano la supremazia della Roma pur priva di veri attaccanti.

La Roma non buttava mai la palla e ha fatto anche i suoi errori individuali (uno, doppio, è costato l’azione del gol del Napoli in avvio e in conclusione). Il Napoli si liberava della palla senza nessuna idea di gioco, pur di spedirla lontano per liberarsi dalla pressione della Roma, ed errori (individuali) ne ha commessi il doppio. Le cosiddette ripartenze sono state rare, la maggior parte fallite perdendo subito palla. Questo, soprattutto, è stata la differenza dell’altra sera.

Passo ai dati positivi.

Una vittoria, in partite come quella di domenica sera, fa morale, non solo classifica. Andiamo a Oporto in Europa League con maggiore sicurezza.

Il Napoli ha avuto tre protagonisti assoluti: Reina, Fernandez (tre interventi fra il decisivo e alla disperata), Albiol (due interventi risolutivi). Dall’altra parte, un solo intervento “alla disperata”, quello di Benatia su Mertens (39’).

La difesa azzurra ha retto. Ma ha retto al centro. Sulle fasce, quante volte hanno inciso Maicon, Bastos, Florenzi, Gervinho (quando si allargava) finendo col ridurre l’apporto offensivo di Callejon, Mertens, Maggio e Ghoulam? Dove siamo più forti, sulle corsie, siamo stati bloccati e messi in difficoltà dai raddoppi e dalla superiore spinta dei romanisti.

Concludendo. Il Napoli al massimo della forma può battere chiunque, ma non ha ancora il gioco “corale” e “sicuro” della Juventus e della Roma. Può fare gioco spettacolare a folate, e lo ha fatto nel periodo migliore di quest’anno.

Il problema resta a centrocampo dove il gioco nasce e dove, nella partite da subire, si fa ostruzione col possesso-palla gestendo il match con lucidità, senza perdere palla scoprendosi.

Contro la Roma ho visto un Napoli “minore”, generoso, combattivo, ma minore rispetto a una Roma più padrona del gioco e del campo. Il Napoli buttava via la palla, ne perdeva spesso il controllo, sbagliava lanci e passaggi. Evito un parere generale sui singoli delle due squadre: cediamo in molti ruoli.
Non ho scritto della partita partendo dal risultato favorevole, ma avendo in mente quello che avevo visto sul campo e, per me, non è stato un bel vedere seguendo le non-manovre del Napoli.
Condivido il progetto di Benitez, la svolta del gioco e di mentalità, siamo all’inizio e bisogna avere pazienza, più ancora bisognerà avere fortuna l’anno prossimo nell’ingaggiare i giocatori di talento che servono.

Mi scuso per lo sproloquio.
MIMMO CARRATELLI

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