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Il Napoli top 11 del mercato di riparazione: da Grava a Schwoch

Tema della settimana: il mercato. Ecco allora un Napoli assemblato solo con pezzi presi durante le sessioni di riparazione: a novembre quando ancora il mercato si teneva in autunno oppure a gennaio (più recentemente). Il Napoli ideale? Sì e no. Un Napoli che ha a che fare con l’argomento di questi giorni, forse non il migliore possibile, perché ci sono scelte più sentimentali che tecniche. Altri Napoli “tematici” proporremo in futuro, questo è il primo. Per questa volta schierato con il 4-2-3-1.
Portiere
Alberto Fontana, arrivato dall’Atalanta nel 2001 a 34 anni. Zeman aveva voluto Mancini, Mondonico si fece comprare il portiere con cui aveva litigato a Bergamo. Un discreto girone di ritorno. Parate che non servirono a salvare il Napoli, ma ad avere un contratto da secondo portiere all’Inter.
In difesa
Gianluca Grava, arrivato nel 2005 dal Catanzaro, a 28 anni. Oggi neppure ci crediamo che accettò di lasciare il Catanzaro in serie B per scendere in C1 con il Napoli. Più che un calciatore, per il Napoli è stato l’incarnazione retorica della rinascita. Il famoso “dalla C alla Champions”.
Sebino Nela, arrivato nel 1992 dalla Roma, a 31 anni. Il mercato all’epoca era ancora a novembre. In giallorosso Boskov non gli dava spazio. Senza aver mai messo piede in campo, venne richiesto a Napoli da Bianchi, appena subentrato a Ranieri. Portò esperienza e un po’ di voce grossa nello spogliatoio. Tanto grossa che l’anno dopo Lippi lo mise ai margini, preferendogli Bia.
Victor Ruiz, arrivato nel 2011 dall’Espanyol, a 22 anni. L’anno prima era stato inserito nella lista dei migliori giovani europei pubblicata dal periodico spagnolo Don Balon. Aspetta un mese per debuttare in Europa e due per esordire in campionato. Paga il passaggio dal 4-4-2 di Barcellona alla difesa a tre di Mazzarri. Dopo 7 mesi torna in Spagna, il Napoli ci guadagna pure 2 milioni. Forse ci si poteva lavorare su. Gioca ancora. Al Valencia.
Erminio Rullo, arrivato nel 2007 dal Lecce, a 23 anni. Nato a Casoria, inventato terzino sinistro in serie A da Zeman, lo prendemmo perché di prospettiva, doveva portare qualità. In realtà a me piaceva. Ma perché giocava così poco? Gioca ancora. A Lecce.
A centrocampo
Francesco Romano, arrivato nel 1986 dalla Triestina, a 26 anni. Anche lui preso a novembre. Il più grande acquisto di riparazione nella storia del Napoli. Ex grande promessa al Milan, frenato da un infortunio era finito a Trieste e lì aveva sfiorato la promozione in A. Arriva nel Napoli di Maradona e sistema le cose a centrocampo. Diego perciò lo chiama la Tota, la governante, la mamma. Dal nulla alla nazionale: Vicini lo porta agli Europei ’88, ma non lo farà mai giocare. Indimenticabile.
Michele Pazienza, arrivato nel 2008 dalla Fiorentina, a 26 anni. Tre anni e mezzo di grande dignità, peraltro in crescendo, sempre più convincente, per poi andar via a parametro zero. Non sbariate proprio: era più giocatore lui di Gargano. E lo preferisco a Oscar Magoni, arrivato nel 1999 dal Bologna: un sopravvalutato.
Dietro la punta
Antonino Asta, arrivato nel 2000 dal Torino, a 30 anni. Poco spazio in A con i granata, allora accetta Napoli, dove Novellino aveva un disperato bisogno di un’ala destra per il suo 4-4-2. Lavoro onesto, meno guizzi di quelli promessi, si scioglie nel finale. Ma il Napoli lo perderà alle buste l’estate seguente. Due anni dopo Trapattoni gli regala la soddisfazione di una presenza in Nazionale.

Inacio Pià, arrivato nel 2005 dall’Atalanta, a 23 anni. È in questa squadra soprattutto per via di due gol decisivi in serie B con il Brescia e il Treviso. Andrà via e tornerà (stavolta in estate) per entrare nella storia. Nella storia, mo’. Diventa il primo napoletano ad aver segnato in A, in B, in C e in Europa. Per questo alla fine lo preferisco a Rubens Pasino, fantasista arrivato nel 2003 dal Modena e verso il quale ho una simpatia smisurata per le sue vicende contrattuali. Rimase disoccupato per il fallimento del Napoli, poi di nuovo per la fusione della sua squadra (il Boca San Lazzaro) con l’Atletico Van Goof. Voi avete presente l’Atletico Van Goof?
Edmundo Alves de Souza Neto, arrivato nel 2001 dal Santos, a 30 anni. E già le vedo adesso le vostre facce storte. Edmundo? Edmundo? Meglio lui di Calaiò, arrivato nel gennaio 2005 e autore dei gol di due promozioni? Non ho una risposta a questa domanda e alle vostre facce, se non il mio irrazionale amore per l’idea di avere Edmundo nel Napoli. E comunque storto o morto fece 4 gol in un girone. Avessi scelto Artistico, vi capirei.
Attaccante
Stefan Schwoch, arrivato nel 1999 dal Venezia, a 30 anni. Un mezzo campionato per capire dov’era finito, quello successivo per riportare il Napoli di Novellino in serie A con 22 gol. Diventò un idolo, a modo suo, con le braccia spalancate sotto la curva, in piedi a esultare sui tabelloni. Meglio di Vargas e Mascara, su.
Il Ciuccio

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