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I fischi a Insigne sono la dimostrazione del nostro masochismo

Nu pisciavinnolo nun pò addeventà generalissimo d’a pupulazione a nu mumento a n’ato. Ma io nun vulevo fa niente ‘e male e manco niente voglio. Masaniello docet. I fischi all’indirizzo di Lorenzo Insigne sono la manifestazione di quel masochismo nostrano che ti incorona quando fai un saltello e ti inchioda ad una croce quando fai uno starnuto. Lorenzo è giovane ed è napoletano. Forse pure un poco permaloso. Non tanto regge le contestazioni, al contrario è sempre alla ricerca di approvazione. Questo al paese mio si chiama insicurezza non presunzione. Invece, nessuna indulgenza per lui. Eppure risultati ne ha portati. Ma non è diventato generalissimo. E forse non lo sarà mai.

A me Insigne piace. Pure quando sbaglia. Perché gioca. Con i piedi e con il cuore. Va sostenuto. Di tutto ha bisogno per dare il meglio di sé tranne che di fischi. E sinceramente sono contenta che anche Benitez la pensi così.

Non è un grande Napoli quello che abbiamo visto contro la Lazio. E non lo è stato negli ultimi due incontri. Le notizie di mercato lasciano perplessi. Le non notizie dagli spogliatoi confondono. Ok. Ma dagli spalti ai salotti un pubblico depresso. Ebbasta! Per una volta vorrei che proprio dalla tifoseria cosiddetta “organizzata” partisse un bel coro. “Organizzato” bene. Con le parole e il motivetto giusto. Di quelli che trascinano, incitano, entusiasmano, caricano. E che hanno il potere di contagiare persino la tifoseria occasionale.
Alessandra Buono

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