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La lavagna tattica. Possesso palla e gli innesti di Kurtic: il calcio metropolitano del piccolo Sassuolo

Quattro sconfitte su quattro, 15 gol subiti, e uno pensa be’ ma allora sarà facile. Facile, difficile, questo mai si sa, di certo il Sassuolo ha una sua identità di gioco precisa e neppure di basso profilo. Eusebio Di Francesco gli ha dato un assetto ambizioso. Uno potrebbe immaginare di trovare il Sassuolo in coda a tutti gli indicatori di gioco del campionato dopo un avvio così. No. Tanto per cominciare è squadra che al tiro in porta arriva spesso. Più di quanto si immagini guardando il solo gol segnato finora. Il Sassuolo tira più di Atalanta e Bologna (che abbiamo affrontato già) e fa del possesso palla un suo tratto distintivo. Tiene il pallino del gioco in mano per una media del 53% del tempo, più della Lazio, capiamoci, più del Cagliari. E’ un possesso palla sicuro: il Sassuolo sbaglia solo 16 passaggi su 100, appena tre in più del Napoli se vogliamo fare un confronto, ed è al sesto posto per precisione nel palleggio in serie A. In 3 partite su 4 ha avuto un possesso palla superiore agli avversari, solo davanti all’Inter ha dovuto cedere il comando del campo. Ed è franato, poi proveremo a capire perché.

Non bisogna pensare che sia una squadra che concede molto. I tiri in porta lasciati finora alle avversarie sono stati in media 14 a partita, il Napoli ne ha concessi 13, solo uno in meno. E’ nell’atteggiamento difensivo che qualcosa non funziona ancora. Il Sassuolo lascia molto giocare. Pochi i palloni strappati (18 a partita, terzultimo posto in A), ancora meno quelli intercettati (12). Non pressa abbastanza e non si oppone alla trama che ha di fronte. Dopo il Napoli è la squadra più corretta del campionato (12 falli commessi a partita, noi 9). E’ la squadra che meno si affida al lancio lungo, preferisce costruire il gioco e avanzare nell’altra metà campo con una serie di passaggi corti: una quantità tale da mettere il Sassuolo in questa statistica al sesto posto, dietro Roma, Juventus, Napoli, Milan e Inter. Gioca pretendendo molto. Di Francesco dimostra di avere in testa un calcio metropolitano, consapevole, che riflette su se stesso. Il calcio di un figlioletto di Zeman, suo allenatore alla Roma fra il ’97 e il ’99, l’allenatore che lo fece arrivare in Nazionale.

Nel gioco del Sassuolo, Magnanelli è centrale quanto De Rossi in quello della Roma o Montolivo nel Milan. Tocca più palloni Magnanelli nel Sassuolo che Pirlo nella Juventus. Ma se attaccato uno contro uno Magnanelli si è rivelato finora facile da saltare, come del resto pure Chibsah, schierato domenica contro l’Inter da mezzala destra. Mentre Schelotto è tra i cinque giocatori più abili del campionato a prendere falli: si muove su medie vicine a quelle di Balotelli.
Il rumoroso 0-7 di tre giorni fa è figlio del divario tecnico che esiste con i calciatori dell’Inter e di una serie di spostamenti in campo poco riusciti. Di Francesco non aveva Terranova (e non lo avrà per 6 mesi: rottura del crociato), forse il suo miglior difensore con Acerbi. Nel suo 4-3-3 si è rivelato un errore spostare Kurtic da mezzala destra a mezzala sinistra, per avanzare Missiroli sulla linea degli attaccanti. Un assetto che Di Francesco, secondo le indicazioni della vigilia, non è intenzionato a ripetere. Missiroli arretra, tornerà a inserirsi da dietro, provando a mettere con Berardi in inferiorità numerica Mesto (questo è un duello difensivo chiave). Kurtic dovrebbe tornare alla sua posizione d’origine, nella quale diventa il primo riferimento dentro la rete di passaggi che comincia dalle retrovie. In 4 partite su 4 la traiettoria di gioco che va in profondità dal terzino (Gazzola o Ziegler, oggi probabilmente il numero 24 Marzorati) fino a Kurtic, è sempre stata fra le quattro più usate dal Sassuolo nel 90′. In due casi è stata la giocata più frequente (Gazzola-Kurtic a destra contro il Livorno e contro il Verona). Quando il Sassuolo ha provato a spostare il giochino sulla sinistra (con l’Inter) è venuto giù tutto. Quello che Di Francesco preferisce fare è avere il controllo della manovra nella metà campo avversaria, attaccare preferibilmente per linee centrali, piazzare in verticale una palla filtrante appena può. Compito che tocca soprattutto a Kurtic, dalle cui giocate (calci d’angolo compresi) sarà bene guardarsi.
Il Ciuccio

(nell’immagine le giocate di Kurtic nelle ultime 2 gare del Sassuolo: in rosso quelle sbagliate, in giallo le occasioni create; a sinistra contro l’Inter e a destra contro il Verona)

fonte dati: Opta via www.whoscored.com
immagine tratta da www.tuttosport.com

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