ilNapolista

Il vantaggio di guardare Genoa-Napoli in differita

Per impegni di lavoro sono stato costretto a vedere la partita in differita. Un dispiacere, inizialmente, ma poi una piacevole novità. L’ho seguita finalmente a mente lucida, il cuore era già a posto. Ebbene ho riso e sorriso ai commenti a caldo in tv ed alla precedente radiocronaca su Rai1, mio salvagente al lavoro, e contesto molti dei giudizi sull’incontro letti qua e là. Il Napoli ha giocato un primo tempo da 9, il secondo da 9+. Le mie motivazioni: squadra autoritaria, consapevole, equilibrata, fantasiosa, furba, scaltra, chirurgica, suadente. Su alcuni singoli giocatori? Ho ascoltato: Duvan non ha fatto una gran partita/ affermo che Zapata è stato eccellente nel suo esordio, per quelle che sono le sue caratteristiche. È stato presente, non impalpabile. Se fortunato in alcune circostanze l’avrebbe anche messa dentro. Sarà un elemento preziosissimo in stagione.
Per quanto ascoltato alla radio su Insigne e nel vedere la prestazione in tv ho pensato che alcuni commentatori guadagnano molto oltre le loro competenze e conoscenze calcistiche. Lorenzo ha disputato la miglior partita da inizio anno, per continuità, intensità, per tecnica e fantasia unita alla disciplina tattica. Da pochi. Aggiunci gli assist sotto rete avversaria ai recuperi sino al limite della propria area, il tutto per 90 minuti e fatevi una gran risata nel ripensare a chi non lo ha visto benissimo.
Una parola su Cannavaro: credo stia attraversando il periodo più difficile della sua carriera. Per superarlo positivamente e ritornare ad essere un elemento di continua affidabilità dovrà a mio avviso: accettare la rivoluzione europea di Rafa, calarsi nella veste di uno della rosa e svestire il capo di titolarissimo, invitare Fedele a farsi una vacanza di tre mesi, dotarsi di un filtro che separi i giudizi sul suo conto tra quelli dei Napoletani “allergoindigeni” e quelli dei Napoletani “sereni”.
Sul secondo tempo poi! Mi aspettavo di seguire 45 minuti di sofferenza della squadra. Sempre per quella fortuna di seguirla lucidamente ho ammirato una ripresa “gestita” scientemente in considerazione del doppio vantaggio, del risparmio energetico, delle caratteristiche dell’avversario, delle proprie caratteristiche. L’impressione insomma di trovarsi di fronte a chi sa il fatto suo.
Conclusa la gara, a questo punto, finito settembre ed in piena rivoluzione culturale, possiamo dirci già qualcosa di certo. Il Napoli vive con gioia i suoi impegni, non più con sofferenza. Esempio: Benitez a domanda risponde, “se avere una settimana per preparare una gara è l’ideale, avere pochi giorni per concomitanti impegni di Champions è preferibile” aggiungo “altrimenti perché considerare un successo qualificarsi in Champions se poi devi viverlo come un peso”. Ci sarebbe tanto altro, ma chiudo con un’ultima fragorosa risata. Durante i titoli di coda della mia giornata leggo una dichiarazione del mio ex gestore passionale, cui sono e sarò grato per quello che ci ha dato ed ancora di più per averci lasciato nel momento giusto (giusto per lui e per noi). Il fatto. Ha detto, a proposito della sua nuova squadra, l’Inter: “siamo gli unici a giocare di giovedi e domenica”. Mentre tento di chiudere la “ventiquattrore” mi faccio i conti. Porto le dita sul naso e faccio appunto di conto: giovedi/ven/sab/dom uguale a 4 giorni. Poi penso al Napoli ed al Milan e conto: mer/gio/ven/sab =4 rifaccio il conto esce sempre 4. Walter? Walterino? Pe quant te voglio bene, e nun te fa cunoscere pur’a Milan.
Marcello Giannatiempo

ilnapolista © riproduzione riservata