Il Napoli nella tana del Toro nelle peggiori condizioni

Nella tana del Toro (a smacchiare il Toro?) nelle peggiori condizioni. Dodici azzurri in giro per il mondo con le nazionali, rientri ritardati per i sudamericani provati anche dalle partite in altura, Cavani al rientro all’ultimissimo momento, De Sanctis infortunato, problemi per Campagnaro e Behrami. Quelli che andranno in campo (prima partita da titolare di […]

Nella tana del Toro (a smacchiare il Toro?) nelle peggiori condizioni. Dodici azzurri in giro per il mondo con le nazionali, rientri ritardati per i sudamericani provati anche dalle partite in altura, Cavani al rientro all’ultimissimo momento, De Sanctis infortunato, problemi per Campagnaro e Behrami. Quelli che andranno in campo (prima partita da titolare di Rosati in questo campionato) dovranno allestire un Napoli da combattimento. Meglio gente fresca in campo (Calaiò?) che campioni stracchi.
Il Torino, con la sua formula “brasiliana”, 4-2-4, a mantice, è avversario capace di ogni sorpresa, da ingabbiare tatticamente. Sarà un problema di non poco conto. All’andata portò via un pareggio dal San Paolo nei minuti di recupero. Per il Napoli è l’ennesima “finale” in difesa del secondo posto. Il Milan (a Verona) anticipa alle 18,30. Gli azzurri scenderanno in campo a Torino alle 21. Il risultato del Milan peserà in qualche modo sulla partita del Napoli. Sarebbe meglio “ignorarlo” dando tutto contro la formazione di Ventura. Bisogna arrivare alla super-sfida di San Siro (14 aprile) aumentando il vantaggio sui rossoneri (+2) per non caricare di eccessiva pressione lo scontro diretto.
Il Torino, in fase di non possesso, arretra gli esterni d’attacco e una delle due punte per fare intensità a centrocampo. Qui, dovesse mancare Behrami, il Napoli dovrà spianare grinta e pressing per liberare la manovra di attacco. Quando il Toro viene avanti a quattro punte, la difesa azzurra dovrà essere pronta, sostenuta dagli esterni di centrocampo, per coprire tutto il fronte offensivo del Toro. In questa specie di partita “a fisarmonica” il Napoli dovrà prodigarsi molto, avanti e indietro, per non andare in inferiorità numerica in tutte le zone del campo.
Naturalmente, Alessio Cerci rilanciato da Ventura e “sbocciato” alla nazionale a 26 anni è il pericolo pubblico numero uno, grande forza nelle gambe, notevole capacità di saltare l’uomo, conclusioni improvvise. Sul suo lato sinistro, il Napoli dovrà trovare i raddoppi per frenarlo. Sarà una partita di sacrificio per Zuniga che ha giocato due partite piene con la Colombia (Armero una partita e dieci minuti). La replica offensiva di Mazzarri potrebbe essere Insigne a sinistra per costringere Cerci a giocare anche in copertura.
Le condizioni di affaticamento di Cavani (15 ore di volo per il tormentato rientro da Santiago del Cile) potrebbero suggerire l’impiego di Calaiò dal primo minuto. Sono valutazioni che pesano tutte su Mazzarri, pronto ad ogni variazione tattica a seconda dell’andamento del match. L’Hamsik in grande spolvero degli ultimi tempi potrebbe far la differenza dal centrocampo in su, ma è prevedibile che Ventura lo chiuderà con una doppia marcatura e, allora, toccherà a Dzemaili scombinare i piani strategici del Toro sovrapponendosi a Marekiaro. Da Pandev si aspettano giocate determinanti. Tra le due panchine, chi leggerà meglio la partita avrà la chiave del successo.
La vittoria sembra indispensabile per rispondere agli attacchi del Milan, per tenerlo a bada, per inchiodarlo ancora a due lunghezze (come minimo). Difesa ritoccata con Rosati che, in questa stagione, ha giocato sei volte in Europa League in partite disastrose per il Napoli e in campionato è alla sua seconda apparizione da titolare dopo la gara di Firenze dell’anno scorso esaltata da due gol di Cavani e una rete di Lavezzi (3-0). Dovrà tornare ai livelli che lo avevano segnalato quand’era nel Lecce. E’ un ragazzone di 1,95. Lo staff tecnico di Mazzarri ha lavorato per accrescerne l’agilità.
Sembra più tranquillo il Torino (+10 sulla zona-retrocessione) che però ha un rendimento altalenante. Prima della sosta ha piegato la Lazio (1-0) su un tappeto di neve in una gara di grande temperamento. Ha giocatori di lotta (Glik, Gazzi, Basha) ed elementi di buon talento come Barreto (il piccolo brasiliano ex Udinese) e Peppino Vives, napoletano ultratrentenne. Sulle corsie, raddoppia con i terzini e gli attaccanti esterni. Sembra che Ogbonna e Bianchi partiranno dalla panchina. La squadra ha una buona tenuta difensiva (nove partite senza incassare gol).
Il campo dirà la verità vera al di là di previsioni, ipotesi e chiacchiere della vigilia sperando che il Chievo, che piegò il Napoli sul suo campo, sappia fare altrettanto col Milan, frenandolo in ogni caso e in qualche modo.
MIMMO CARRATELLI

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