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Dai, Walter, ora tocca a te, sii il nostro uomo Rockford, gioca col vento (e capisci il momento)

E va bene così. Però ora tocca a Mazzarri, le carte in mano ce le ha lui. La partita di coppa ha dimostrato che i giocatori in più ci sono. Non in tutti i ruoli, non tutti eccelsi, ma insomma, qualcosa si può fare con questa rosa. E allora basta con i titolarissimi. E’ un termine che non mi piace perché dimostra una sorta di adesione fideistica: “Giocano questi perché sono sempre e comunque i migliori, e poi degli altri non mi fido”.

E’ stato così per due stagioni. Walter aveva i suoi motivi per mettere in campo sempre gli stessi, anche quando erano visibilmente bolliti. Adesso però bisogna voltare pagina e cominciare a valutare, partita per partita, chi sta bene e chi no, chi merita il campo e chi la panchina (la tribuna in pratica non esiste più). Non si tratta semplicemente di ridisegnare le gerarchie, ma di cancellarle del tutto. Se un giocatore è stanco, deconcentrato o fuori forma si accomoda fuori, anche se ha un nome importante, anche se è Cavani o Hamsik. Consideriamo poi che, tolti due o tre, non abbiamo dei veri campioni ma solo – nel migliore dei casi – dei buoni giocatori. Quindi tutti, a cominciare da De Sanctis, sono intercambiabili.

Faccio un esempio: l’anno scorso la Juve a Torino ci ha travolto. Tutti gli osservatori si sono lanciati in lodi sperticate per i nostri cari amici bianconeri. Sette giorni dopo, Conte cambia tre undicesimi e vince comunque. Sarebbe bello se Walter adottasse lo stesso criterio.

Già, Walter. Finora è stato un leader, un motivatore, qualche volta un parafulmine. Adesso, da condottiero deve trasformarsi in stratega, alchimista, psicanalista. Negli anni Ottanta c’era la pubblicità di un profumo maschile (questo il link: http://www.youtube.com/watch?v=S6JAolL73ho ) che si rivolgeva a “un uomo che sa/capire il momento/ Godere la vita/ Giocare col vento”. Ora, se Walter si gode la vita, mi fa piacere per lui. Cosa voglia dire “Giocare col vento” non l’ho mai capito. Ma il passaggio chiave è “capire il momento”. Insomma, ogni settimana Mazzarri dovrà fare un esame approfondito sull’intera rosa. Senza pregiudizi, senza convinzioni precostituite. Tutti utili, nessuno indispensabile. Solo così si raggiungono traguardi importanti. Ce la farà il nostro Walter? Per tenere fede al mio ruolo di pessimista, dovrei dire che non ce la farà mai. Invece secondo me ce la fa. A me Walter piace. Sarà che mi piace anche sentirmi in minoranza.
Giulio Spadetta

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