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Napoli non è un villaggio leghista, non ci sto ai fischi all’inno

Ho letto con sgomento, anche su questo sito, le tante giustificazioni ai fischi all’inno nazionale; difese pretestuose di un atto di inciviltà! Napoli, con la sua cultura, soprattutto con la sua musica, rappresenta ancora l’Italia nel mondo. Napoli non è un villaggio leghista della più gretta provincia del nord. Essere napoletano è essere italiano e anche europeo. Ma è tipico di alcuni napoletani, direi troppi, chiamarsi fuori. Defezionano per sterile rivendicazionismo. Atteggiamento tipico di chi non sa prendersi alcuna responsabilità dei propri mali, perché sull’arretratezza si fondano i suoi banali privilegi. Quelli che hanno fischiato e quelli che li giustificano sono semplicemente incapaci di vivere sentimenti alti. Nonostante le divisioni politiche, i contrasti socio-economici, le diverse interpretazioni della storia, altri popoli difendono la propria nazione e mai e poi mai fischiano l’inno nazionale. Si è mai visto uno statunitense del sud fischiare l’inno giustificandosi con l’esito della guerra di secessione? I fischi all’inno sono frutto della mancanza di civismo. Ma non siamo tutti uguali e io non ci sto a essere ostaggio di gente che si aggrappa a un’ossessione per giustificare la propria maleducazione. Che facciano ogni anno una festa separatista, durante la quale raccogliere in un’ampolla l’acqua del golfo per poi versarla a Palermo. Se non sanno come organizzarla, chiedano ai loro confratelli padani. Si sentiranno chiamare “terun”, ma otterranno buone indicazioni su come sprofondare sempre di più nel baratro dell’arretratezza sociale, economica e politica.

Giovanni Mastronardi

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