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Noi napoletani, Mazzarri, e la scoperta dell’acqua calda e salata

Certo che noi napoletani siamo uno strano popolo. Per scoprire che il lungomare chiuso al traffico è bello dobbiamo organizzare una finta America’s Cup destinando milioni di euro alla passerella di quegli orripilanti scafi che riescono perfino a sembrare spettacolari grazie alla bellezza del Golfo e al nostro memorabile senso di ospitalità, che ci spinge a mostrare stupore per la scoperta dell’acqua calda e salata: ovvero un mare con barche, ciò che abbiamo davanti agli occhi da sempre e che ci sforziamo di non vedere perché altrimenti ci verrebbe voglia di bagnarci, con nefaste conseguenze sulle liste d’attesa del Cotugno.Ortese docet. Poi restiamo lì a guardare i velisti miliardari senza chiederci come mai non siano loro a pagare noi che siamo lì a guardare loro con un senso di gratitudine per averci fatto scoprire che abbiamo un mare dove si possono fare cose, oltre alla coltivazione delle cozze sotto Castel dell’Ovo, unico progetto commerciale e turistico partorito negli ultimi vent’anni nella zona di via Caracciolo, a parte l’apertura di due pizzerie, un sushi bar e di due nuove bancarelle di taralli col pepe. Siamo strani perché da anni non organizziamo più un evento di levatura mondiale, la gran fondo di nuoto Capri-Napoli, tutto nostro e del grande Lello Barbuto, ma abbiamo bisogno di quei mostri sintetici per regalarci la nostra isola pedonale e una Pasquetta diversamente allegra. Ma siamo strani anche perché quei milioni li spendiamo per dare ai nostri ospiti velisti una scogliera nuova di zecca che tra una settimana non servirà più a nulla, invece che destinare quei soldi ai depuratori degli scarichi fognari che ci consentirebbero di trasformare l’isola nella spiaggia metropolitana più lunga e affollata del mondo. Siamo strani perché se facciamo cose per noi, ci sentiamo provinciali, se facciamo per gli altri, illudendoci che il mondo si accorga di noi, ci sentiamo migliori.

Siamo un popolo strano anche quando chiediamo quasi all’unanimità l’esonero di Mazzarri nel giorno cui perdiamo, dopo essere stati accontentati su tutto. Ci ha messo finalmente il gigante Fernandez al centro della difesa, l’ha perfino sistemata a 4, ci ha regalato il ritorno del nostro idolo Grava, peccato che non c’è Vitale altrimenti ce lo avrebbe anche messo al posto di Dossena, ha sbattuto in panchina quel la schiappa di Inler, ci ha fatto vedere i quattro tenori insieme, un giretto a Vargas pure l’ha fatto fare, mi è sembrato di rivedere in panchina perfino Lucarelli, certo se ci inseriva anche il ragazzino Dezi… Però abbiamo perso tre a uno in casa, ma stavolta dove ha sbagliato Mazzarri? Troppo turn over, forse, o poco turn over, ah ecco, doveva mettere Aronica…

La nostra stranezza si nota, con tutta evidenza, anche quando assistiamo alla caduta rovinosa del Trota. Improvvisamente siamo presi da una strana malinconia, come se ci venisse improvvisamente meno il nemico scemo, il nostro alibi di ferro, la nostra meravigliosa sensazione di essere eternamente incompresi, se chi ci giudica è un fesso. Ci mancherai, Trota, ci facevi stare bene.
Luca Maurelli

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