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Vado fuori tema e, da non giovanilista, elogio Moratti che ha dato la panchina dell’Inter a Stramaccioni

Noi abbiamo i guai nostri, lo so. Abbiamo pareggiato una partita che stavamo vincendo due a zero. Memori dello scorso finale di stagione, a tutti è percorso un brivido lungo la schiena. Aggiungiamoci le parole dette da Lavezzi a Mazzarri al momento della sostituzione, quelle di Cavani a fine partita sulla mancanza di voglia di vincere, l’incazzatura dell’allenatore nei confronti della difesa, i crampi di Fernandez. Insomma, siamo un po’ spaventati. Anche perché domenica c’è la Juventus e la corsa per il terzo posto è ancora lunga.
Ma io stavolta vorrei andare fuori tema. Per me la notizia del giorno è l’Inter. Non tanto per l’esonero di Ranieri, quanto per l’ingaggio di un tecnico di 36 anni, Stramaccioni, che ha vinto la prima edizione della Champions primavera. Un gesto rivoluzionario per il calcio italiano, sicuramente dettato dalla disperazione e dalla convinzione che più nera della mezzanotte non può venire. Però a me la mossa di Moratti è piaciuta. Non sono un giovanilista, ho imparato a non esserlo. Se l’Italia spesso si ritrova in mano a persone di una certa età vuol dire che i più anziani sono i più bravi. E, spesso, sono anche i più coraggiosi e i più innovativi. Spesso la giovane età va a braccetto con l’omologazione. Stramaccioni mi incuriosisce. Certo non potraà fare miracoli, però è bello che un presidente premi chi ha dimostrato sul campo di saperci fare.
Massimiliano Gallo

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