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Invece di lanciare appelli, il questore Merolla ci spieghi cos’è successo

Qui si rischia di diventare ripetitivi e quindi un po’ noiosi. Però, parafrasando Jessica Rabbit, il problema è che Napoli la disegnano così. E la disegnano in un modo che per noi è inaccettabile. Siamo fuori linea, fuori contesto, quando, nel silenzio pressoché totale dei media, ci indigniamo per quel che è accaduto ai botteghini del San Paolo per la vendita dei biglietti di Chelsea-Napoli.Lo scriviamo, in tanti ne hanno parlato su vari siti e in trasmissione radiofoniche. Stavolta qualche quotidiano ne ha anche scritto, ma ben poco è successo.
Di fatto, la polizia non è riuscita a tutelare i napoletani onesti che si erano messi in fila per garantirsi l’acquisto di un biglietto. Del resto, mi perdonerete la semplificazione, non a caso esiste la camorra. I biglietti erano denaro contante per i bagarini e quindi per la criminalità organizzata. Il tutto è avvenuto sotto gli sguardi degli agenti in tenuta antisommossa. E il questore nulla ha detto in proposito. Lo abbiamo cercato, al questore Merolla, ma ancora non ci ha risposto. Avremmo gradito una sua spiegazione su quel che è avvenuto davanti ai suoi agenti una settimana fa. E invece oggi tocca leggere il suo invito a non andare a Londra senza biglietto. Suona un po’ grottesco, per non dire ridicolo. Avremmo preferito che si fosse preoccupato nella notte tra domenica e lunedì. Magari potrebbe dirci che il compito della polizia non è far rispettare una fila (non siamo mica a scuola), e avrebbe anche ragione. Però se poi i prepotenti rivendono illegalmente i biglietti, quello si chiama bagarinaggio ed è reato.
Il mio pensiero è che in un paese civile un questore che non riesce a tutelare le persone oneste debba dimettersi. Il senso di impunità è tale che, dopo il danno, è arrivata anche la beffa con tanto di striscione in curva A che offriva legittimazione morale al “loro” diritto di avere il biglietto di Chelsea-Napoli. Nulla da dire, per carità: se lo Stato è assente, è più che comprensibile che i prepotenti ballino.
Massimiliano Gallo

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