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Caro sindaco, ti ho votato, e mi piacerebbe che tu e i tuoi accettaste il dissenso

De Magistris io l’ho votato, intrisa come tutti della speranza che ci fosse finalmente una persona per bene a voler risollevare le sorti della mia amatissima città. L’ho difeso strenuamente per i primi mesi, rischiando di perdere alcune preziose amicizie che gli davano addosso senza possibilità di appello dopo soli pochi giorni dall’insediamento. Poi, però, ho cominciato a guardare, ed ascoltare, e a farlo attentamente. Non voglio parlare delle cose fatte e non fatte da De Magistris. Qualche tempo fa è venuto fuori un elenco delle 100 cose fatte nei suoi primi 100 giorni di governo cittadino e una cosa che mi ha dato molto fastidio è stato arrogarsi meriti che provenivano dalla precedente giunta. Ma non voglio giudicare quanto fatto e quanto no, voglio concedere tempo, come dice Pedersoli, ché Napoli non è una città facile. Aspetto la differenziata come fosse la salvezza, terrorizzata dalla possibilità di tornare nella monnezza fino agli stivali e intanto differenzio carta, vetro e plastica per sentire di contribuire alla causa. Mi illudo di contribuire alla causa anche cercando di partecipare ai dibattiti, al lavoro dei gruppi organizzati attorno al Sindaco, perché quando l’ho votato, la cosa che ho apprezzato di più è stato il concetto di democrazia partecipata sventolato come un vessillo di vittoria: finalmente un sindaco che ti ascolta, qualcuno del suo entourage cui puoi affidare dei dubbi e dei suggerimenti, una bacheca Facebook con cui interagire. Che meraviglia. Già. È questo ciò di cui voglio parlare. I gruppi di sostegno al Sindaco pullulano, soprattutto sul web, che è la fonte di informazione ormai più vicina a tutti noi. Eppure, in quei gruppi, non è lecito parlare, discutere, confrontarsi in modo educato e razionale. No, se dici che non sei d’accordo con le linee impartite vieni tacciata di “non stare bene” e subito allontanata in malo modo. È capitato anche a me: cacciata da un gruppo di discussione, cancellata dagli amici del fondatore del gruppo e persino bloccata su Facebook. Il mio crimine? Aver dichiarato illibertario quanto affermato da diversi utenti del gruppo circa la presenza di un giornalista non allineato ad una conferenza stampa del Sindaco. Secondo loro una voce fuori dal coro non aveva il diritto di presenziare ad una conferenza stampa del governo cittadino. Come se il palazzo di un’amministrazione comunale non dovesse essere aperto a tutti, favorevoli o contrari. Come se dovesse accedervi solo la stampa allineata. Per me una cosa becera e folle: che informazione è quella in cui si ascoltano solo le voci a favore? Qual è il rispetto per chi legge? E che razza di democrazia partecipata è? Ho sempre pensato che il dialogo debba essere un punto di forza di persone, istituzioni e, soprattutto, di amministrazioni cittadine, purché svolto in maniera educata e argomentativa, appunto. Ma mi sbagliavo. Qui o sei d’accordo con la linea dei sostenitori del Sindaco o ti viene risposto che, se sei così brava, il Sindaco dovevi farlo tu. Solo che tu l’avresti fatto pure il Sindaco, ma senza presentarti come giustiziera della notte con l’obiettivo di cambiare l’immagine della città in dieci giorni, senza magari presenziare a tutte le partite di pallone (anche in trasferta europea, perché hai un affare da concludere con il Patron della squadra cittadina) o pallacanestro in giro per la città, senza girare in Bmw, senza consentire che a Capodanno in città si verificasse qualcosa di molto simile ad una guerra e magari impedendo che Napoli assurgesse, assieme a Roma, alla testa della classifica dello scempio dei botti, con un morto a testa. Se in alcune città d’Italia si vietano i botti pericolosi, perché non farlo anche da noi? Sì, lo so che non è una soluzione, ma forse è un segnale, un segnale di civiltà, no? È solo un esempio, ne potrei fare altri, come l’idea di cementificare i tombini da cui fuoriuscivano blatte a go-go, al Vomero, poco distante dalla casa del Sindaco, prima dell’estate, invece che effettuare una pulizia in piena regola. Roba che non ti raccontano ai telegiornali né alle conferenze stampa, ma che semplicemente vedi con i tuoi occhi se abiti al Vomero, dove ciò è successo. Perciò va bene concedere altro tempo all’amministrazione cittadina, se, come dice il prof. Trombetti, Napoli deve essere salvata prima di tutto dalle istituzioni. Epperò voglio vederle in giro, le istituzioni, voglio vedere le strisce blu introdotte nei vicoli adiacenti Piazza Mercato con dei vigili che le facciano rispettare, per esempio. Voglio vedere le strade pulite, le metropolitane funzionanti e i parcheggi di supporto alla Ztl. E, soprattutto, credo che un governo democratico non possa adottare atteggiamenti violenti di repressione del dissenso o ridicolizzare chi non la pensa allo stesso modo. Magari scegliere meglio gli addetti al flusso di informazioni sarebbe già un buon inizio. E contribuire a far capire, ad esempio, per quale motivo Raphael Rossi abbia abbandonato la dirigenza dell’Asia, cosa su cui è calato un silenzio assordante peggio che su Ustica. E lascerei i proclami in video a Napolitano (che pure mi è sembrato parecchio affaticato, da parte sua, quest’anno), perché mi ha provocato un lungo brivido sulla schiena il discorso di fine anno di De Magistris a social network unificati, mi è sembrato quasi una pratica sperimentale, un esercizio in vista di altri obiettivi e lidi cui approdare. Infine, un consiglio al Sindaco sento di volerlo dare, un piccolo suggerimento per essere più vicino alla cittadinanza attiva a cui si è richiamato dall’inizio, appunto. Quello di procurarsi un buon tecnico per la gestione di Internet. Perché capita una cosa strana sulla bacheca Facebook del Sindaco: scompaiono a tempo di record i post dei cittadini (compresi tanti funzionari del Comune) che chiedono spiegazioni sulle cose non fatte, criticano l’uso delle informazioni, sottopongono articoli e dichiarazioni pubbliche come spunti di riflessione o suggeriscono di risolvere alcuni problemi scomodi e complessi. Tu accedi a quella bacheca, leggi di gente che vuole capire o che manifesta un dissenso in forma educata e pensi “toh, esiste davvero la possibilità di un luogo in cui dialogare col nostro Sindaco”, poi, a distanza di un paio d’ore, torni a vedere il prosieguo del dibattito e.. pouf.. sparito. Sì, dev’esserci un guasto nella rete telematica. Qualcosa da risolvere con un buon webmaster, probabilmente. Ah, giù le mani da Nardi, che è solo nostro, eh. Ilaria Puglia

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