Non voglio parlare di carattere, né di favori arbitrali, né di partita sbagliata dal Mister. La partita ormai è andata e, di fatto, la Juve l’abbiamo rallentata, nonostante Tagliavento, l’infortunio di Cavani e la stanchezza. Adesso ci separano nove punti, vale a dire lo spazio delle nostre tre sconfitte, arrivate in mezzo a vittorie memorabili come quelle di Milano, e alle partitone di Champions. E siamo soltanto a fine novembre.Non ho mai visto la Juve come la rivale storica del Napoli, per me è sempre stata solo una squadra antipatica e piagnona, da battere come tutte le altre. Eppure da ieri qualcosa è cambiato. Perché che Tuttojuve recrimini contro i cori in direzione di Quagliarella e si vada a leggere addirittura la Smorfia alla ricerca del significato del numero 71 mi pare ridicolo assai se la tifoseria ospite a fine partita intona, accanto alla curva A, ‘O surdat ‘nnamurat. Vi abbiamo aspettati per venti giorni, ci siamo difesi da imbecilli contro gli attacchi di una signora isterica che non sapeva a cosa appigliarsi perché aveva paura delle diffide, vi abbiamo affrontati senza Cavani e reduci dalle fatiche di una coppa di cui ieri avete assaggiato il clima da stadio europeo. Vi abbiamo fatti giocare di martedì, per regalarvi l’ebbrezza di un’infrasettimanale che altrimenti non avreste goduto per molti mesi ancora. E voi a ringalluzzirvi su di un punteggio di parità dettato da una grandissima fortuna, la vostra, quella di trovare una squadra che non è riuscita a gestire un risultato. Non voglio parlare neppure del mister, delle scelte sbagliate, del rigore valido o del secondo gol da annullare per il fallo su Maggio. Le partite sono quelle del risultato finale, perciò è inutile stare a menare tanto il carro per l’aia. Ma quel coro non lo dimenticherò facilmente. È il coro dei frustrati, di quelli che si sentono inferiori e vengono qui a sentirsi dei grandi per un pareggio che gli ha fruttato solo un punto e non gli ha fruttato il volo nel campionato. Sì, hai voglia di dire che se una squadra rimonta sul 2-0 ha carattere. Non parlo dei calciatori, ma della tifoseria. Perciò non dirò che avete rubato il risultato, perché questo è il risultato. Ma voi tifosi siete venuti qui e vigliaccamente ci avete rubato una canzone. E l’avete pure cantata male. Chissà quanto vi sarete esercitati per farlo, eh? L’immagine che ne viene fuori è di una tifoseria striminzita e poveretta. Che pareggia tre a tre sul campo di calcio grazie ai suoi calciatori e non sa ripagarli con altro che non sia un coro avversario. Manco una canzone vostra avete. Vi siete fatti uno stadio e l’avete pure fatto male. Insomma, tre pari sul campo, ma, dentro, rispetto a noi, siete zero. E Forza Napoli. Sempre.
Ilaria Puglia
Cari tifosi juventini ci avete rubato una canzone, simbolo di frustrazione
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