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Volevo vedere il genio fin dove poteva arrivare

Era un lunedì, 22 febbraio 2010. Max ed io ci sentivamo quotidianamente, lui vicedirettore del Riformista, io collaboratore per lo sport. Sul foglio romano ho scritto di tutto: sumo, scacchi, football americano, basket, calcio e atletica. Dei gol di Luca Toni e delle escort di Michael Phelps. Mi sono emozionato intervistando il mio idolo Pierluigi Marzorati,  incuriosito ascoltando le valutazioni che gli economisti hanno dato di Hamsik che rifiutava di aumentarsi lo stipendio.
Beh, quel lunedì pensavo che la telefonata introducesse un nuovo tema da trattare. E invece no. “Gianlù – con l’accento sulla u, e lì drizzi le orecchie perché capisci che c’è qualcosa che ti sta cambiando la vita – Ma perché i giornalisti napoletani non fanno le domande giuste? Io mi so rotto il cazzo (sì, Puglia, e ora voglio vedere se admin mi censura). Io voglio scrivere quello che penso del Napoli, quello che sui giornali non si legge, voglio dare voce a tutte le emozioni del tifoso e ora smetto anche di accreditarmi e mi faccio l’abbonamento. Se facciamo un sito, ci stai a seguirlo?”
All’inizio sembrava uno scherzo perché di siti sul Napoli ce ne sono tantissimi. Però, mi dicevo, vediamo Massimiliano fino a dove vuole arrivare  (cit.) anche perché lui è uno che guarda molto oltre, non si ferma al suo naso e soprattutto ha delle idee che si rivelano autentiche genialate. Fabrizio non lo conoscevo bene, ma i due si sposavano bene, eccome se si sposavano. “Ok, ci sto”. Poi in un giorno di metà marzo salutai alle 19 i miei amichetti d’ufficio e presi la via di Roma. Mancavo da anni. Entrai di sera con l’eterna avvolta dal buio che me l’ha sempre resa più splendida.
Appuntamento a Testaccio. Quanti ricordi in quel viaggio. Dal ’91 al 2004 ho vissuto a Roma. In un fazzoletto di terra tutto il mio passato: Il monte dei cocci, lo Spago, il Mattatoio, il luogo dove nacque una grande storia d’amore della mia vita romana. Finanche i ricordi di un concerto dove scoprii i Modena City Ramblers. Un tuffo nel passato insomma.
Ma a Testaccio quella sera non si scherzava. Massimiliano, Fabrizio, il webmaster, la sua dolce metà ed io. Ospiti: lardo di colonnata, polpette, arrosticini, nero d’avola (che coincidenza anche alla festa del Napolista c’era, ma allora era Donna Fugata), prosciutto tagliato al coltello, pane (di Genzano?) e mozzarella (che non portai io). Ok. Si parte. Il mio computer faceva i capricci. Ogni tanto si surriscaldava e spegneva. Un avvio a singhiozzo. Tempo qualche giorno e si cominciò sul serio. Prima partita Napoli-Juve, un trionfo. Da allora un’escalation. Dagli interventi in radio agli articoli sui giornali. Finanche Sky ci ha seguito per tutto il giorno. I contatti? Fa nulla. All’inizio li seguivamo. Ogni 100 computer nuovi erano un trionfo. Poi abbiamo capito che chi si riconosce nello spirito ok, gli altri ci dispiace per loro. E così mail dopo mail ho avuto la fortuna di conoscere Ilaria, uno spumante azzurro, Gianluigi, i miei occhi in Italia e all’estero, il prof. Brak, casa Di Fenzo, il “dantesco” Vate, il mio chef preferito anche se non ho mai avuto la fortuna di poter assaggiare tutto ciò che ha scritto. E poi il cranio dell’amico di Peppe, il marito martire, Cumpare nepote ed il figlio che è più tifoso di me nonostante la cadenza milanese, Maurelli che ha gran parte nella storia del sito (potrebbe scrivere un vangelo apocrifo), Affinito, Di Giacomo, Diego Fusco e il Tesserato (ma che fine hai fatto?). Poi le firme di Carratelli, Marolda e Liguoro. I cameo di De Giovanni, Botti e Trombetti. Ed oggi Luisa Bossa, l’ultima conquista del Napolista.
Quella sera volevo vedere Massimiliano fino a dove voleva arrivare. Era una genialata e tale si è dimostrata.
Gianluca agata

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