Giornata strana. In ritardo dal primo mattino, in corsa sudata mentre mi strappo di dosso strati di panni. Intoppi lungo tutta la giornata, di quelli piccoli, ma che bastano a massacrarti le ore. E poi l’assenza di metà della truppa, proprio quando c’è bisogno di tutti. Arrivo allo stadio alle 20 e prima di parcheggiare la Vespa mi metto il lutto al braccio. Sinceramente me ne frego che saremo in pochissimi a farlo, non si tradisce così la fiducia di 11.700 persone, almeno io non lo farò. Mando un sms a Max che conferma di avere il sacchetto al braccio anche lui. Benissimo, siamo in tre (ho convinto anche mio marito, naturalmente). Lo spirito napolista è degnamente rappresentato.
Allo stadio si respira la tensione delle partite importanti. Ci giochiamo il terzo posto, il Palermo sta avvelenato, c’è la sfida dell’ex Cavani e le dichiarazioni di Migliaccio da mandare a quel paese, c’è Pastore, che vogliamo vedere quanto vale. Nessuno con il lutto al braccio nella Posillipo, a parte noi. Riscaldamento, caffè Borghetti, due chiacchiere, un paio di amici, sistemazione dei posti (formazione vincente non si cambia, stabiliamo con i vicini di abbonamento), e siamo pronti
Le squadre entrano in campo. Nessun segnale di rilievo che la nostra iniziativa sia stata accolta. A parte la maglia (rosa)nera del Palermo. E infatti laggiù hanno quasi i nostri stessi problemi di munnezza. L’arbitro fischia. Inizia. Sono tesa, ma si capisce che i nostri sono entrati con in campo con la mentalità giusta. Sono convinti, aggressivi, attaccano. Il Palermo sembra impaurito, fa quasi impressione vederlo così chiuso. Gargano gioca la miglior partita dall’inizio del campionato. Grava, diavolo di un Grava, ma si può essere giocatore di provenienza serie C e giocare così da A? Cannavaro ha azzeccato i migliori passaggi della sua carriera calcistica. Dumitru preziosissimo, ma quant’è bello Dumitru! E lui, l’extraterrestreportamivia: Edinson Cavani. Madonna, ragazzi, ha ragione Migliaccio: teniamocelo noi, per sempre strettissimo. Sa fare tutto. Giocare in tutti i ruoli: quello che ha fatto ieri sera in difesa mai nessuno mai.
Un’adrenalina pazzesca per tutti e novanta i dannatissimi minuti. Ce la meritiamo la vittoria, diamine, non può finire così, non può vincere Iettarella! Quattro minuti di recupero e me lo ripeto in silenzio, quello che mi ripeto sempre, ogni giorno, ogni istante della mia vita: tutto è possibile. La vita può cambiare in un solo istante, figurarsi una partita. È che lo sento il gol nell’aria, lo sento. Invio l’sms a Max con l’appuntamento per la pizza di dopo. Sento che tra un po’ non avrò più mani né testa né cuore per farlo, sarà tutto altrove. A due minuti dalla fine Rossi sostituisce Ilicic con Pinilla. È lì che capisco che vinceremo. Saremo noi a prenderci il terzo posto. Eccolo, arriva, il novantacinquesimo ed il mio amore Maggio (siete tutti testimoni: il mio articolo su maggio la diceva lunga già mesi e mesi fa. IO AMO MAGGIO. Maggio è come me!). Lo stadio se ne cade. Io vengo spappolata. Non mi ricordo neppure chi ho abbracciato, quanto ho riso, le lacrime che mi sono salite agli occhi, quanto ho urlato, per quanto tempo ho tenuto le mani in testa, sui capelli, sulla bocca, a trattenere una gioia che mi avrebbe fatta volare giù in campo ad abbracciarli tutti. E le gambe, come mi tremavano le gambe. Ci hanno creduto, non tutti, ma quelli che l’hanno fatto ci hanno creduto fino alla fine. Hanno lottato per prendersi qualcosa che era solo loro, che spettava solo a loro.
È questo che deve fare una buona squadra, a prescindere dai nomi, dai rincalzi, dallo spessore dei giocatori. Lottare fino alla fine, crederci. È questo che era chiesto a tutti i napolisti ed i napoletani nella nostra iniziativa del lutto al braccio. Semplicemente di crederci e dire “io ci sto”. Non abbiamo mai pensato che DeLa arrivasse a chiedere l’autorizzazione alla Lega. È un imprenditore, un imprenditore moderno, tra l’altro, chè un tempo c’erano imprenditori che gli affari li facevano anche col cuore. Niente lutto al braccio dei calciatori? E chi se ne frega! I giocatori era come se ce l’avessero il lutto al braccio, perché 11.700 persone lo volevano. E quando uno vuole una cosa più di ogni altra è come se già l’avesse.
In ultimo, ma solo perché è giusto farlo alla fine, ringrazio tutti. La splendida Lisa, una forza umana (e chi ti molla più?), Max, che mi ha insegnato – ebbene sì – cos’è il giornalismo, si è divertito e mi ha fatta ridere tanto (un amico che ti segue con il lutto al braccio allo stadio è merce rara, ragazzi, rarissima, preziosa), Cappella, de Giovanni, Pedersoli, Agata, Martucci, Trapani, Max Roccaforte, Nordista.per.caso (anche per qualcosa in più), il mio gruppo 3d (so io cosa significa) per avermi supportata istante dopo istante e per aver visto nascere davvero l’iniziativa su fb, tutti quelli che mi hanno scritto in privato per mostrarmi il loro appoggio, tutti quelli che hanno lasciato il segno sulla bacheca dell’iniziativa, uno ad uno gli 11.724 che hanno aderito. Undicimilasettecentoventiquattro volte grazie. Adesso rimbocchiamoci le maniche e vediamo che altro si può fare. Andiamo avanti. Aveva ragione la mia amica Alda, ieri: storta va, dritta viene. E più dritta di così non poteva andare. Forza Napoli Sempre.
Ilaria Puglia
Hanno lottato come noi Napolisti
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