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E se al 93′ segnava? Salvate il soldato Cribari

Provate ad immaginare se Cribari avesse insaccato quel colpo di testa al ’93, come ogni calciatore al mondo avrebbe fatto. Questione di attimi, anzi di centimetri, e il difensore brasiliano avrebbe potuto riscattare una partita da incubo, cominciata con l’errore del pareggio della squadra olandese, e passare alla storia come l’eroe di Utrecht.
Avete presente il film Sliding Doors? Oggi, sui giornali, nei forum dei tifosi o sui social network, non si discuterebbe del bidone a cui si augurano le peggiori sventure calcistiche, del sosia di Mariangela Fantozzi, del “pacco” rifilatoci da Lotito che rende il ricordo di Rinaudo quale quello di un Rudy Krol. Si discuterebbe, piuttosto, di un chiaro segno del destino che ha voluto regalare a quel ragazzo una possibilità di riscatto, facendolo trovare in quel preciso punto in quel determinato istante.
E invece, si sa, il destino è beffardo. Il brutto anatroccolo Cribari, piuttosto che trasformarsi in principe, resta vittima di una maledizione che mai gli consentirà di affrancarsi da questa etichetta.
Giunto a Napoli nello scetticismo di tutti e destinato a ricoprire il ruolo di comprimario dei centrali di difesa, ha vissuto finora una stagione ai margini della prima squadra, finendo spesso in tribuna. Chiamato in causa poche volte, ha alternato prestazioni da dimenticare (Cesena) ad altre più incoraggianti (Parma e Bologna), lasciando anche ai più scettici la speranza che, in fondo, non si trattasse tanto di quel brocco che tutti avevano descritto. Il match di ieri ha annullato questa sensazione.
Il gol fallito ieri sera entrerà di diritto nell’archivio degli errori incredibili che circoleranno in eterno su Youtube, piuttosto che nel libro dei ricordi dei gol indimenticabili che noi tifosi napoletani siamo soliti andare a rivedere nei momenti di sconforto e nostalgia. Il gol al ’93 rifilato all’Utrecht dopo una clamorosa rimonta a -10 gradi, avrebbe avuto lo stesso sapore del gol di Paolo Cannavaro in Coppa Italia contro la Juve, di quello di Cavani contro lo Steaua o quello di Lavezzi a Cagliari, per ricordare solo alcuni di quelli recenti avvenuti sul fil di lana. La storia, purtroppo, è stata un’altra.
La partita di Edinson, il matador che segna tre gol e porta il pallone a casa, poteva diventare il match di Emilson, il triste brasiliano incompreso, smarrito tra argentini ed uruguaiani.
In quegli ultimi confusionari minuti di gioco, non mi era chiaro chi fosse stato l’autore di quel clamoroso errore. Oltre alle imprecazioni di rito, in attesa del replay, ho manifestato un solo auspicio: speriamo non si sia trattato di Cribari!, prefigurando senza alcun dubbio quale potesse essere la reazione dei tifosi nei suoi confronti. Purtroppo, una speranza andata vana.
Oggi sono in vena di buonismo e, dopo avergliene dette di tutti i colori ieri, razionalmente vorrei formulare un auspicio. Dopo aver letto cosa circola nei forum dei tifosi da questa mattina, mi auguro che l’incontrollata scarica di improperi si interrompa e che, a partire innanzitutto dai tifosi, venga pubblicamente rinnovata la fiducia nel giocatore. Nulla è perduto, e contro lo Steaua possiamo ancora giocarci la qualificazione. C’è bisogno dell’apporto di tutti; anche di quello di Cribari. Napoli è una città che conosce il significato del termine perdono. Una seconda opportunità è stata fornita a tanti; non neghiamola proprio a lui. In attesa del mercato e dei due difensori promessi da De Laurentis… salviamo il soldato Cribari.
Michele Affinito

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