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Aronica impresentabile
Mazzarri provincialissimo

Diciamoci la verita’, fino al settatacinquesimo ci abbiamo creduto tutti – noi tifosi del Napoli intendo – al sogno di sbancare Anfield,poi Gerrard ci ha svegliato. Ed e’ stata una sveglia salutare perche’ ha chiarito definitivamente e platealmente i punti deboli del Napoli.
Innanzitutto l’organico: non ci si puo’ presentare in Europa con Aronica terzino sinistro. Con tutto l’affetto e la stima per il giocatore che ci mette sempre l’agonismo giusto, tuttavia non e’ giocatore proponibile ad alti livelli. Per la seria A va pure bene, visto il livellamento in basso del campionato italiano, ma in una squadra che voglia avere ambizioni europee puo’ far giusto la riserva. Sono poi nuovamente emersi limiti caratteriali, penso al Dossena inpanicato degli ultimi 15 minuti, o all’Hamsik che toppa l’ennesima partita, e fisici con un Maggio ancora lontano dal top e con Cavani e Gargano in pericolosa riserva.
L’altro punto debole e’ Mazzarri. Diciamocelo con onesta’: finora il buon Walter si e’ rivelato essere un ottimo allenatore di provinciali. Io avevo visto con scetticismo il suo arrivo sulla panca del Napoli, pero’ ho dovuto riconoscere che ha fatto un ottimo lavoro sul piano caratteriale e che l’ha dotata di un bel gioco, finché le gambe reggono. Tuttavia palesa anche lui i suoi bravi limiti. A parte l’insopportabile frignare a fine partita sull’arbitro – qualora non te ne fossi accorto abbiam preso tre palloni su tre nostre cazzate Walter!- Mazzarri si affida al suo gruppo, da cui ha espunto i non-allineati, i.e. Cigarini e Quagliarella.
L’idea puo’ andar bene per una squadra che lotta per la salvezza – puntare sul gruppo- non quando ambisci a qualcosa di più e quindi hai bisogno di gente di classe e di cambiare schemi e formazione. Finora siam stati fortunati, ma non oso pensare cosa potrebbe succedere nel caso di due/tre infortuni gravi come e’ successo a Inter e Juve. L’aggrapparsi, sempre e comunque, ai titolarissimi e’ sinonimo di debolezza, cosi’ come sinonimo di inesperienza fu il turnover allucinato in occasione della partita con lo Steaua. L’allenatore esperto sa chi, come e quando cambiare uomini e schemi. E invece il Napoli o gioca a mille con i titolarissimi, finche’ le gambe reggono, oppure ripropone stancamente gli stessi schemi con comprimari entrati troppo tardi. L’idea poi di cambiare schema, scalare alla difesa a quattro, mettere Sosa trequartista insomma variare un minimo gli schemi sembra sconosciuta al buon Walter. Anche il buttare nella mischia il buon Dumitru sembra qualcosa di inconcepibile al buon Mazzarri, nonostante contro di noi il Liverpool giocasse con almeno un paio di coetanei del buon Nicolao.
Una sconfitta ad Anfield ci puo’ stare, siamo agli inizi, ci siamo appena riaffacciati all’Europa, a patto che se ne tragga giovamento: DeLaurentis deve rinforzare l’organico con un terzino sinistro, un centrocampista che faccia girare la palla – basta mazzolatori, ne abbiamo gia’ quattro- e un valido ricambio in attacco, se non si vuole puntare su Dumitru, non possiamo mica aspettare Lucarelli. Quanto all’allenatore, si passi una tantum la mano sulla coscienza e si decida: o vuole diventare grande e quindi deve rischiare con raziocinio le sue certezze, magari aggiornandosi sugli schemi e ammettendo di aver fatto errori in sede di campagna acquisti, oppure e’ meglio che a fine anno vada via, e si prenda uno Spalletti o chi per lui, che abbia esperienza internazionale, sempre se si voglia veramente puntare a stare in Europa in maniera stabile.
Aggiungo poi, che nel declino generale del calcio italiano – basta vedere i risultati di coppa- l’attuale Mazzarri va benissimo per galleggiare, ma giusto per quello.
di Eugenio Angelillo

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