Napoli-Liverpool 0-0, una partita mai nata

Un pubblico da Champions (60mila al “San Paolo”) per una partita lenta, bloccata, fra il Napoli senza verve e il Liverpool guardingo (0-0). E’ mancato al Napoli lo spirito giusto per la grande serata. Gli inglesi, in non possesso-palla, schieravano due linee di difesa, i quattro difensori e cinque centrocampisti, lasciando poco spazio agli azzurri. […]

Un pubblico da Champions (60mila al “San Paolo”) per una partita lenta, bloccata, fra il Napoli senza verve e il Liverpool guardingo (0-0). E’ mancato al Napoli lo spirito giusto per la grande serata. Gli inglesi, in non possesso-palla, schieravano due linee di difesa, i quattro difensori e cinque centrocampisti, lasciando poco spazio agli azzurri. Sui cross imponevano la maggiore stazza.
Non s’è acceso il Napoli, fors’anche soggiogato dalla serata speciale, tanto attesa. Non ha mai trovato spunti felici. Pure ha avuto due occasioni per vincere: il salvataggio sulla linea di Konchensky sul tocco ravvicinato di Hamsik, il colpo di testa di Cavani che però mancava il bersaglio. In un match molto equilibrato, De Sanctis compiva la prodezza di negare a Babel il gol di rapina.
E’ mancata al Napoli la velocità per prendere d’infilata la difesa del Liverpool completamente rimaneggiata. La squadra inglese si è presentata senza i centrali titolari (Johnson e Agger), sostituiti da Callagher e Skrtel. Ha lasciato a casa i suoi assi, Torres e Gerrard. Era priva di Kuyt infortunato e ha tenuto in panchina Joe Cole impiegandolo solo negli ultimi quindici minuti. Il Napoli giocava al completo, ma raramente è entrato in partita se si esclude qualche fiammata nella ripresa.
Davanti alla difesa a quattro, il Liverpool schierava Poulsen e Spearing, sempre liberi di giostrare. I tre centrocampisti (Jovanovic, il diciottenne Shelvey tra i migliori, l’olandese Babel), poco pressati dagli azzurri, potevano proteggere la difesa e impostare il gioco. L’unica punta, il camerunese Ngog (1,88), è stato ammansito da Cannavaro, ma ha avuto poche opportunità di andare a segno.
Il ritmo è stato bassissimo e questo ha svantaggiato il Napoli. Le due formazioni erano preoccupate di non perdere. Lavezzi, non sempre preciso, ha tentato di dare vivacità alla squadra. Ma Hamsik era in ombra. Cavani non aveva mai una palla utile. I cross di Dossena fruttavano nulla e Maggio denunciava ancora un precario stato di forma. Serata non brillante anche per Gargano. Ordinato Pazienza, preoccupato però di non sguarnire la difesa (intervento prodigioso a spezzare un contropiede inglese).
E’ stato il Liverpool a imporre la sua partita con un giro-palla continuo e pochi lampi in attacco (le discese di Kelly, la vivacità di Babel). Cannavaro consentiva quasi niente a Ngog. Aronica era molto presente (un solo errore). Poche sgroppate da parte di Campagnaro.
Il Napoli ha tentato qualche combinazione sulla destra con Lavezzi e Hamsik nella ripresa. Nel primo tempo la spinta veniva da Dossena a sinistra (in tandem con Lavezzi). Alla terza partita in Europa League, il Napoli non ha rotto il tabù della vittoria (tre pareggi). Rimane in corsa nel girone perché, alle spalle, Utrecht e Steaua (1-1) non hanno fatto meglio.
Primo tempo senz’anima. Non era il vero Napoli quello in campo. Preoccupato, mai incisivo nelle ripartenze. Il centrocampo del Liverpool dettava il gioco però senza mai affondare. I portieri restavano disoccupati. Un tiro alto di Lavezzi (19’), un tiro dalla distanza di Shelvey parato da De Sanctis senza difficoltà (33’). Era tutto nel primo tempo che aveva una fiammata azzurra nel finale quando Cavani, a sinistra, serviva Hamsik e il tiro ravvicinato dello slovacco veniva salvato sulla linea da Konschensky (45’). Palla più dentro che fuori, però sulla linea.
Ci si aspettava un altro Napoli nella ripresa, ma il gioco continuava sulla falsariga del primo tempo. Ritmo blando, errori nelle finalizzazioni da una parte e dall’altra. Un tiro non irresistibile di Cavani era parato da Reina (54’). Poi sul cross di Maggio, Cavani andava di testa a colpo sicuro ma mancava la porta (59’).
Il Liverpool sostituiva Carragher per infortunio col greco Kyrgiakos (46’), poi Fabio Aurelio più offensivo per Konchensky (64’). Un errore di Aronica innescava una penetrazione di Jovanovic che invitava Babel al gol, tutto sullo sulla sinistra nell’area del Napoli: De Sanctis sventava il gol con un miracoloso intervento di piede (69’).
Neanche l’ingresso di Joe Cole (77’ per Babel) aumentava le possibilità offensive del Liverpool. E gli ingressi dell’impalpabile Zuniga per il deludente Maggio (75’), di Yebda per Gargano (82’) e di Sosa per Hamsik (85’) si perdevano nel languore di una partita povera di gesti tecnici e di grinta.
Ci voleva un altro Napoli per battere il Liverpool che, senza molti suoi campioni, ha tirato a congelare il match per uscirne senza danni. Lunedì sera, col Milan al “San Paolo”, la controprova della squadra di Mazzarri che, di fronte agli inglesi, non ha sollevato entusiasmi giocando una partita mai nata, spenta sin dall’inizio.
<strong>Mimmo Carratelli</strong>

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