Mercoledì sera li ho sentiti nuovamente. Quei fischi allo stadio indirizzati a Paolo Cannavaro. La mente è tornata ad un paio di anni orsono quando, ogni volta che toccava palla, lo stadio ingenerosamente rumoreggiava. Contro il Chievo ha vissuto la partita più pazza della sua carriera. Dalle stelle alle stalle in pochi minuti. Dal gol di rapina come tanti ne ha fatti, alle mani nei capelli dopo aver servito a Pellissier il più classico degli assist.
Testa bassa, sguardo al terreno. Mi ha fatto tenerezza. Riflettevo con amici proprio ieri che in Italia non ci sono più grandissimi difensori. Tanti buoni giocatori, nessun campione e Cannavaro a pieno titolo può essere considerato uno di questi. Mi spiace Brak ma su questo la pensiamo diversamente. Non è un fuoriclasse certo, ma è un onesto lavoratore che alla maglia ci tiene e tanto. Ci ha messo sempre la faccia e questo glielo si deve riconoscere. Se è vero che il Milan ha preso Yepes che compirà 35 anni a gennaio, perché non prendere Paolo che è in scadenza di contratto a gennaio? Mercoledì la croce è caduta su di lui. Ma non è giusto perché senza filtro a centrocampo, le orde dei lanzichenecchi veronesi arrivavano da tutte le parti ed il difensore poteva davvero poco. Paga forse più di tanti altri le partite negative del Napoli. Se Cavani sbaglia un gol ha la possibilità di rifarsi e magari la mette dentro, ma tutti ricorderanno la rete e non l’errore. Guardate Cannavaro: ha segnato, ma tutti ne ricorderanno l’errore perché è senza appello. Che brutto mestiere fare il difensore. Guadagni di meno dei grandi attaccanti ed hai molte più responsabilità perché non puoi sbagliare altrimenti sei fritto, tu e la squadra. Ora Cesena, speriamo bene. Poi il meglio per lui, anche se sia lontano da Napoli.
Stefano Romano
Povero Paolo, crocifisso ingenerosamente
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