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O figlio ‘e Filippiello scelto da Mazzarri

Aspettava con ansia il responso, ed è stato positivo. Il mister ha deciso: Raffaele Maiello, il baby Marek, resta a Folgaria. Fino al 31 luglio continuerà ad allenarsi con la prima squadra, promosso a pieni voti da Mazzarri Non avevamo alcun dubbio che quest’esperienza con la prima squadra portasse i suoi frutti, ma abbiamo atteso l’ufficialità della notizia per raccontare una piacevole storia che solo il calcio sa regalarci.
Una bella favola quella di Raffaele Maiello. Un giovane talento cresciuto sui campi di provincia, in quell’hinterland napoletano che risalta alle cronache nazionali solo per tragici eventi. Fu Giuseppe Santoro a scoprirlo cinque anni fa sui campi dell’A.S.D. Afragola ‘92, dove il piccolo Raffaele ha cominciato a dare i suoi primi calci al pallone. Da lì le prime esperienze da raccattapalle al San Paolo, le esaltanti prestazioni in Primavera e al Torneo di Viareggio e l’escalation verso la prima squadra.
L’ho incontrato due giorni prima dell’ultima di campionato, nel mobilificio gestito da papà Luigi ed i suoi fratelli, all’incrocio tra Cardito ed Afragola. All’ingresso ti accoglie un manichino con la maglia azzurra del Napoli numero 91, quella indossata da Raffaele, ed una cameretta per bambini marchiata Calcio Napoli.
Perso nella sua timidezza, avvolto in quel fisico all’apparenza gracile e con l’immancabile tattoo con il nome della sua giovane fidanzata, mi ha raccontato dell’emozione della prima convocazione (Atalanta-Napoli), della prima panchina al San Paolo (Napoli-Fiorentina) e del contratto firmato. Un capitolo a parte il suo rapporto con i calciatori del Napoli, in particolare quello con uno scugnizzo come lui, il Pocho Lavezzi, che volle onorare una promessa e regalargli la sua maglia dopo la doppietta rifilata al Bari ed il Tanque Denis, che lo ha adottato come un fratello minore, al punto da portarlo con lui in panchina anche quando gli spettava la tribuna, contravvenendo alle regole imposte dalla Federazione.
Una speranza aveva accompagnato la nostra conversazione, che Mazzarri gli concedesse la domenica successiva la gioia dell’esordio contro la Sampdoria. Un desiderio che si è avverato all’86° minuto di quella indimenticabile partita per Raffaele.
E alla domanda “Rafè, ma ti portano in ritiro?”, Una risposta secca: “Magari!”. Con un’aggiunta: “Qualsiasi cosa la società deciderà per me, sarò contento. Pure se mi mandano in serie C a fare le ossa”, a dimostrazione del fatto che la testa sulle spalle non gli manca.
Oggi, questa nuova soddisfazione. ’O figlio ‘e Filippiello, come lo chiamano in città per via del nomignolo affibbiato al padre, secondo una tradizione che resiste nei comuni dell’entroterra napoletana, ce l’ha fatta. E con lui la speranza di riscatto di un territorio.
Michele Affinito


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