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Chi nasce Zapatero non può morire Che Guevara

Comincio a smaltire il dolore per quanto accaduto sabato pomeriggio e provo a ragionare: Ma chi ha perso in Sud Africa ? Messi o Maradona ? Se nasci Zapatero non potrai mai diventare El Che, anche se ti forniscono un bel basco rosso, il  sigaro cubano  ed una  mitragliatrice. Questa la verità. La personalità, il carisma, la capacità di essere leader, un uomo in grado di prendere la squadra per mano nei momenti di difficoltà sono doti che non si possono acquisire, né trasmettere. Grandi si nasce, non si diventa ! E Messi non nacque … Ed ha ragione Max Gallo  questo è stato l’unico , vero errore di Diego , pensare che si potesse ripetere la favola di Mexico ’86 , quando un giocatore , a prescindere da tattiche ed alchimie , fu capace di vincere un Campionato del Mondo da solo. Qualche ora prima della partita il prof. Clemente , uomo di calcio e di cuore , mi ha spedito una mail che si concludeva così “ ….E se finalmente quell’impiegatuccio , tutto per benino , ma privo d’animo e di spirito pugnace , renderà al Maestro quanto gli dovrebbe…. Hasta la victoria “ Chapeau professor Clemente , ancora una volta avevi visto giusto, purtroppo l’impiegatuccio non è riuscito a sbrigare neanche le pratiche ordinarie ed ha tradito la fiducia del Maestro , esponendolo al pubblico ludibrio di un popolo di commentatori moralisti e bacchettoni , invidiosi ed incompetenti che non desiderava altro. Aspettiamo ora solo il fondo purificatore del prof. Galluppi  che come  Paul ,il polpo indovino, ci bacchetterà , ricordandoci che lui aveva capito tutto. Prodigi divinatori  di cefalopodi ed intellettuali di sinistra…. Non c’è dubbio che Diego la partita l’ha persa in mezzo al campo , ha regalato due uomini agli avversari per dare spazio a Messi. Aveva un solo uomo di centrocampo con due esterni che gli partivano ai lati , Maxi Rodriguez e Di Maria . Forse non c’era molto equilibrio, ma tanto calcio . Ed i grandi solisti dell’Argentina da questo squilibrio avrebbero dovuto trarre beneficio , ma così non è stato. Questo vuol dire non essere allenatori capaci e professionali ? Può darsi carissimo  Trombetti , ma io sarò sempre dalla parte di chi predilige il cuore alla tattica . Di chi si ostina a predicare un calcio fatto di genio , classe , fantasia , grandi individualità , soprattutto quando si hanno a disposizione giocatori che le partite dovrebbero vincerle da soli. E poi il tatticissimo Dunga o il grande stratega Capello non mi sembra abbiano fatto figure migliori. E’ vero ci siamo sbagliati , ci siamo illusi che le favole potessero diventare realtà. Abbiamo pensato , come hai fatto tu Diego , che  qualcuno , in campo , potesse essere grande come te. Scusaci per questo pensiero blasfemo  ma è stato un pensiero d’amore, l’ennesima condivisione di cuore.  Abbiamo sognato che potessi alzare al cielo la coppa del mondo ed urlare a tutti che ce l’avevi fatta , che ce l’avevamo fatta . Avremmo riempito le strade di Napoli , come le avenidas di Baires , con la nostra gioia per una resurrezione miracolosa. Ora resisti Diego , non ti perdoneranno niente, non solo  le tue polemiche e la tua irriverenza al potere , ma persino quel buffo vestito da sposo ed i tanti baci d’amore che hai regalato ai tuoi ragazzi anche dopo la partita da schiaffi che hanno giocato con la Germania. Noi ancora una volta ti diciamo grazie. Ci hai fatto vivere grandi emozioni , le uniche di questo piatto e triste Mundial . Hai restituito a noi tutti senso di appartenenza e voglia di stare insieme. Ci siamo seduti , in tanti , come sconosciuti , davanti ad uno schermo  e dopo un minuto eravamo tutti fratelli di sangue. Che importa se hai sbagliato una sostituzione , le convocazioni o la posizione in campo di qualche calciatore ,  sono ben altre le partite che hai dimostrato di saper vincere. Fai bene Ilaria , lasciala sventolare quella bandiera bianco celeste, non è solo il vessillo di una nazione o della seleccion , ma rappresenta un  modo di essere ,  di vivere il calcio e la nostra passione , nonostante tutto e nonostante tutti. Claudio Botti

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